Il punto sulle procedure in corso per la dismissione e lo smantellamento della centrale nucleare di Caorso è stato fatto nei giorni scorsi nella sede dell’impianto nel corso di una visita organizzata dalla Commissione tecnica istituita dalla Regione a supporto del competente Tavolo della Trasparenza. L’occasione della riunione nasceva anche come esordio nella composizione dell’organismo di nuovi componenti: Antonio Cammi Professore del Politecnico di Milano e Valerio Marroni, Dirigente del Servizio di valutazione impatto ambientale della Regione Emilia Romagna che si uniscono a Sandro Fabbri, coordinatore, Paola Angelini e Attilio Raimondi degli assessorati Sanità e Attività produttive della regione, Roberto Sogni di Arpae.
Facevano parte della delegazione anche Paolo Ferrecchi, Direttore Generale degli assessorati Ambiente e mobilità, il Direttore di Arpae di Parma e Piacenza Eriberto de Munari.
Agli ospiti l’Ing. Sabrina Romani, responsabile della disattivazione in capo a Sogin, ha illustrato lo stato dell’arte e la complessità dei lavori e delle procedure amministrative che dovranno portare al brown field dell’area tra il 2028 e il 2032. Si sono inoltre approfonditi i temi riguardanti l’invio dei rifiuti in Slovacchia e la nuova gestione dei rifiuti condizionati all’interno della’area della centrale. Sono stati anche visitati i due depositi Ersba (rifiuti a bassa attività).
“Riteniamo importante tenere alta l’attenzione sulla dismissione dell’impianto – ha sottolineato Sandro Fabbri – sia perché è uno dei pochissimi casi al mondo di smantellamento di una centrale nucleare fatta in trasparenza e in sicurezza, sia in vista delle decisioni che dovrebbero essere prese a livello nazionale circa la pubblicazione della Carta dei siti potenzialmente idonei ad ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi che di conseguenza dovrà essere realizzato. Il tema è stato al centro di un’audizione in Senato alla quale sono intervenuti l’Assessore regionale Paola Gazzolo e lo stesso Fabbri. Anche in quell’occasione gli esponenti regionali hanno escluso la possibilità che Caorso sia area potenzialmente idonea.