L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito le malattie reumatiche come la prima causa di dolore e disabilità in Europa, sottolineando come queste, da sole, rappresentino la metà delle patologie croniche ad alto potenziale di disabilità e handicap che colpiscono la popolazione ultra65enne.
Le malattie reumatiche possono essere di tipo degenerativo (artrosi, osteoporosi) e infiammatorio (artriti, connettiviti, vasculiti). Sono complessivamente circa 8 milioni gli italiani affetti da forme degenerative (1 persona su 3 con più di 65 anni), mentre le forme di origine infiammatoria coinvolgono più di 1 milione di persone, oltre il 2 per cento della popolazione adulta con predilezione per le donne in misura di oltre 3 volte superiore agli uomini.
A Piacenza l’equipe di Reumatologia, diretta dal dottor Eugenio Arrigoni, coadiuvato dalla collega Elena Bravi, ha in carico 225 pazienti affetti da artriti infiammatorie (artrite reumatoide, spondilite anchilosante, artrite psoriasica) in trattamento con farmaci biotecnologici che necessitano di controlli periodici trimestrali. A questi se ne aggiungono 70, afferenti al day hospital e affetti da sclerosi sistemica progressiva, che si sottopongono mensilmente a terapie infusive con farmaci vasodilatatori che contrastano l’evoluzione sclerotica della cute di questi pazienti.
Secondo uno studio realizzato nel 2016, i costi complessivi (sanitari e sociali) per i pazienti affetti da artrite reumatoide sono molto rilevanti: mediamente, in un anno, si aggirano su una spesa di circa 11mila euro. Il 70% è legato alla perdita di produttività dei malati e all’assistenza sociale (costi indiretti), mentre il 30% è correlato all’assistenza sanitaria (terapia farmacologica, assistenza ambulatoriale, ospedaliera e specialistica). Le conseguenze socio/economiche e lavorative delle malattie reumatiche invalidanti sono ben più pesanti rispetto ai costi sostenuti per curarle.
“A oggi – evidenzia il dottor Arrigoni – non esiste una prevenzione delle malattie reumatiche, ma esiste la possibilità di una diagnosi precoce che ci permette di attuare una terapia tempestiva con lo scopo di evitare danni strutturali delle articolazioni nel tempo. Tuttavia, in ancora troppi casi siamo costretti ad intervenire quando è già tardi e le cure risultano così meno efficaci”.
Fondamentale risulta quindi la collaborazione tra il medico di famiglia e lo specialista reumatologo per l’invio precoce e corretto del paziente con sintomi suggestivi di artrite in fase iniziale.
“Alla luce di questo scenario – prosegue l’esperto – la moderna Reumatologia si pone oggi come una disciplina in continua evoluzione sia nell’ambito della diagnosi precoce, sia nell’introduzione di un numero crescente di farmaci di precisione che permettono di aggredire specifici meccanismi patogenetici delle principali malattie reumatiche”.
“Queste patologie – aggiunge ancora Arrigoni – sono condizioni morbose molto diverse fra loro, sia per la sintomatologia sia per i segni con cui si presentano; ma tutte sono caratterizzate dalla presenza di disturbi e/o danni a carico dell’apparato locomotore e dei tessuti connettivi dell’organismo, impegno articolare con dolore di diversa entità e ridotta capacità funzionale dell’articolazione stessa”.
Possono comparire a qualunque età, soprattutto negli adulti e negli anziani; la causa della gran parte delle malattie reumatiche a tutt’oggi non è nota. Numerosi studi scientifici hanno però dimostrato che il fumo è coinvolto nell’insorgenza dell’artrite reumatoide, del lupus eritematoso sistemico e di altre patologie autoimmuni sistemiche; si calcola che, in una persona geneticamente predisposta, fumare aumenta di circa 15 volte il rischio di sviluppare l’artrite reumatoide.
A questi temi è dedicato un convegno in calendario sabato 13 ottobre al Best Western Park Hotel in Strada Val Nure 7, a partire dalle ore 8 (come da programma allegato). L’evento scientifico, rivolto ai medici di famiglia, agli specialisti e agli infermieri, si pone l’obiettivo di trasmettere ai partecipanti le frontiere del trattamento delle più frequenti malattie reumatiche e nello stesso tempo di puntualizzare la gestione pratica clinica dei pazienti. Il convegno ospiterà, tra i relatori, alcuni tra i più noti ed esperti professionisti italiani del settore.