Stop agli Euro4, Giardino (Forza Italia): “Decisione integralista che mette in grave difficoltà cittadini”

Le leggi arbitrarie possono essere abolite o modificate per mezzo di una legge espressa che le abroghi o le moderi, oppure per un lungo uso che le cambi o le abolisca. Per dirla con Giustiniano, le leggi devono essere sorrette dal “tacito consenso del popolo”.

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La norma imposta dalla Regione Emilia-Romagna a tutti i Comuni con oltre 30.000 abitanti – e quindi alla quasi totalità dei cittadini che in essa risiedono, lavorano, studiano, vivono – che vieta la circolazione delle auto diesel Euro 4, è arbitraria. E lo è tanto più se si considera che l’Emilia-Romagna ha deliberatamente deciso di anticipare di ben due anni quanto concordato insieme a Ministero dell’Ambiente e Regioni Lombardia, Piemonte e Veneto nel Nuovo Accordo di Bacino Padano: cioè che la limitazione ai diesel Euro 4 sarebbe dovuta partire entro il 1 ottobre 2020.

Non è in discussione il buon proposito di combattere l’elevato tasso di inquinamento che sta affliggendo la Pianura padana. Ciò che va temperato è l’integralismo della decisione che ha messo da un giorno all’altro in grave difficoltà cittadini, famiglie, lavoratori e aziende.

Gli automezzi diesel Euro 4 sono stati acquistati pochi anni fa e c’è chi sta ancora pagando le rate del prestito. Sostituire un’automobile o un veicolo commerciale è un’operazione tutt’altro che semplice, a dispetto di chi ha approvato questo Piano Aria Integrato Regionale (PAIR) 2020. Non solo. Il blocco degli Euro 4 costituisce un provvedimento inutilmente penalizzante per gli emiliano-romagnoli, considerando che nelle altre regioni firmatarie dell’Accordo tale restrizione non è stata e non sarà adottata se non fra due anni.

Il Comune di Piacenza ha indubbiamente ottemperato a un obbligo di legge. È di oggi la notizia che qualche comune ribelle (Granarolo, Castenaso) ha deciso di concedere una deroga per i mezzi Euro 4 in questione. Il Comune di Piacenza dovrebbe attivare i giusti canali, anche attivando un fronte di Comuni contrari alla misura, per indurre la Regione a ripensare questa sciagurata decisione.