“Dopo la quarta asta del 17 luglio, andata deserta, dal sito del tribunale di Torino (che si occupa del fallimento della società Terme di Bobbio Village e che fissa il valore del terreno di San Martino), dell’asta non c’è più traccia. Cosa significa? Siamo ad un punto cruciale per la sorte della piana di San Martino L’amministrazione di Bobbio, che per decenni ha sostenuto la vicenda ed è parte creditizia del fallimento, ha informazioni in proposito?”. Lo chiede il comitato Terme Val Trebbia che da anni si batte per riqualificare l’area. Per tracciare il punto della situazione e incontrare i cittadini sul tema, il comitato ha convocato due assemblee pubbliche: a Travo venerdì 21 settembre ore 20.30 presso la Sala Polivalente, via Anguissola, 8 e a Bobbio venerdì 28 settembre, ore 20.30 presso la Sala Polivalente, presso il comune.
“Quello che ora è urgente non è tanto definire ora cosa sia un utilizzo adeguato, ma la procedura. Perché una scelta di interesse pubblico possa essere attivata. Il Comitato richiama l’attenzione sugli strumenti che rendono percorribile una destinazione d’uso di interesse pubblico. Strumenti che la recente legge regionale offre. La Regione può dare contributi, per l’acquisizione di opere incongrue, la loro demolizione e trasformazione, anche utilizzando l’esproprio. Per far rientrare il terreno di San Martino in quanto stabilito dalla legge 24 il primo passaggio richiede che il comune di Bobbio dichiari l’area degradata, in quanto deturpata da opere incongrue” spiega Silvana Allesti.
“Non solo. Nell’eventualità che sul terreno sia in corso una trattativa privata e che si concluda con acquirenti con intenzioni edificatorie, dichiarare San Martino area degradata permetterebbe all’amministrazione comunale di usare la procedura degli “ accordi di cessione”, prevista dall’art. 14. Con gli accordi di cessione gli acquirenti di un terreno dichiarato degradato non possono agire senza tener conto, in sede di Piano Urbanistico Generale, degli obiettivi preventivamente fissati dal comune per la riqualificazione di quel terreno. Pertanto con questi strumenti è possibile o un intervento della Regione – contributi per l’esproprio – o un accordo di cessione nel quale il Comune può condizionare, in sede di Piano Urbanistico Generale, la destinazione d’uso dell’area. Che San Martino sia area degradata è evidente” commenta invece Lino Anelli.
Il timore del comitato è che in questi giorni sia stato trovato un privato al quale cedere l’area: “Il fallimento delle varie aste ha portato il valore del terreno dal milione iniziale a 300mila euro, in sede di trattativa privata è chiaro che questo valore potrebbe scendere e di molto. Qualsiasi privato potrebbe acquisire questo terreno a un costo bassissimo”.