Nel trimestre il volume d’affari sale del 2,0 per cento. L’accelerazione è determinata dalle medie e grandi imprese, mentre frena l’attività delle piccole. Si riduce ulteriormente la contrazione della base imprenditoriale (-628 imprese, pari a -0,9 per cento), con la flessione più contenuta dal primo trimestre del 2012.
Il settore delle costruzioni emiliano-romagnoleaumenta il ritmo e ottiene un aumento del volume d’affari del 2,0 per cento rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, mettendo a segno il quinto trimestre in positivo, dopo il passo falso di inizio 2017.
E’ quanto emerge dall’indagine sulla congiuntura delle costruzioni di Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna.
A conferma dell’andamento positivo, il saldo dei giudizi tra la quote delle imprese che rilevano un aumento o una riduzione del volume d’affari rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno si è decisamente rafforzato passando da +5,4 a +18,4 punti. La tendenza positiva è decisamente più contenuta per le piccole imprese, da 1 a 9 dipendenti (+0,5 per cento), mentre è sensibilmente più sostenutaper le medie imprese da 10 a 49 dipendenti (+3,5 per cento) e per le grandi imprese, quelle da 50 a 500 dipendenti (+2,9 per cento).
Il Registro delle imprese. A fine giugno, le imprese attive nelle costruzioni sono risultate 65.579 con la più piccola flessione dalla fine dal primo trimestre del 2012, -0,9 per cento, 628 in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La riduzione è risultata più rapida e più ampia per le imprese operanti nella costruzione di edifici (-337 unità, -2,0 per cento), ma quasi altrettanto ampia per quelle attive nei lavori di costruzione specializzati (-280 unità, -0,6 per cento), che concentrano le imprese minori.
La diminuzione è determinata soprattutto dalle ditte individuali (745 unità, -1,6 per cento), quindi dalle società di persone (-4,2 per cento, -299 unità).
Queste risentono negativamente dell’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata, che determina l’aumento delle società di capitali (+3,7 per cento, 457 unità), che raggiunge un ritmo non toccato dal 2010.