È un «segnale politico» da parte della giunta Bonaccini quello che i consiglieri regionali di minoranza Matteo Rancan (Lega) e Giancarlo Tagliaferri (Fratelli d’Italia) invocano all’unisono per risolvere i problemi dei pendolari del Piacentino e dell’Emilia occidentale.
Su tutti la chiusura della biglietteria della stazione di Fiorenzuola d’Arda, oggetto di una risoluzione che i due esponenti dell’opposizione presenteranno al prossimo consiglio regionale del 25 settembre. E poi ancora, come ricorda Rancan, i ritardi, le cancellazioni dei convogli, la revisione degli orari ferroviari e la promessa di nuovi treni mai messi a disposizione dell’utenza. Infine, il sovraffollamento del regionale veloce 2285 da Milano diretto a Bologna, un disagio che affligge anche i viaggiatori lombardi.
«Si tratta – puntualizza Rancan – di problematiche che i pendolari delle associazioni di Piacenza e della Val d’Arda segnalano da anni ma che non hanno mai ricevuto risposta dall’amministrazione regionale, esattamente come i nostri atti. L’assessore ai Trasporti, Raffaele Donini, ha fatto grandi annunci, a partire da quello sui nuovi mezzi in arrivo, senza però assicurare garanzie né a noi né ai viaggiatori. I tempi della loro entrata in servizio slittano continuamente, non si conosce il numero dei posti a sedere e neppure come sarà lo spazio per i bagagli, così come altre specifiche. Vogliamo inoltre – prosegue il consigliere del Carroccio – che venga avviato un proficuo dialogo con la Lombardia, affinché lo scambio di qualche minuto di alcuni treni ponga fine alla calca serale sul regionale veloce».
Per salvaguardare l’operatività della biglietteria di Fiorenzuola d’Arda Rancan e Tagliaferri chiedono il sostegno degli altri politici regionali piacentini, i consiglieri di maggioranza Gianluigi Molinari e Katia Tarasconi e l’assessore Paola Gazzolo, in quanto non può venire meno, scrivono nel testo della risoluzione, «un presidio essenziale alla sicurezza dei locali della stazione ferroviaria che altrimenti sarebbero abbandonati, obbligando inoltre gli utenti a recarsi presso altre biglietterie, magari ad altissimo flusso di utenza».
La cessazione del servizio, paventata per il 1 ottobre, «parrebbe esclusivamente sorretta da decisioni di carattere politico»: «una scelta» si legge nell’interrogazione presentata in Regione dai consiglieri di centrodestra, «che penalizzerebbe principalmente le province di Piacenza e Parma andando a premiare il bacino metropolitano bolognese», territorio di provenienza dell’assessore Donini. Sorte analoga a quella della biglietteria valdardese dovrebbe toccare appunto a Borgo Val di Taro (PR), mentre si salverebbero Porretta Terme, San Giovanni in Persiceto e San Pietro in Casale (BO).
«Fiorenzuola – spiega Rancan – si trova nell’occhio del ciclone in quanto non risulta nell’elenco di almeno quindici centri urbani che fanno registrare i dati più elevati di frequentazione da parte dell’utenza ferroviaria. Il problema è che quando chiediamo alla Regione i dati sull’affluenza, ci vengono presentati sempre quelli forniti dal gestore del servizio. In pratica, il controllore dà la risposta del controllato. Non si può essere succubi di Trenitalia, quindi Lega e Fratelli d’Italia chiedono alla giunta Bonaccini quali siano i criteri oggettivi che inducono a chiudere la biglietteria piacentina e quella parmigiana, unitamente a quella di Lugo, mentre altre bolognesi e romagnole non saranno interessate dallo stesso provvedimento».