Confagricoltura: “Rio Comune come i vecchi tempi, finalmente acqua per i campi”

“I miei figli non avevano ancora visto il Rio Comune così in luglio”. Esordisce soddisfatto Gasparini, presidente di Confagricoltura Piacenza con i campi della propria azienda che si estendono proprio tra Gossolengo e Rivergaro, dove si trovano il Rio Comune di Destra e quello di Sinistra, rispettivamente con i loro 24 e 15 canali. “E’ pieno come quando ero bambino. Quest’anno l’acqua non manca e le vallate piacentine si presentano in tutto il loro vigore. E’ una meraviglia”.

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Il Rio Comune di Destra e quello di Sinistra, con la Traversa di Mirafiori e la diga del Brugneto sono le quattro principali opere infrastrutturali che consentono la derivazione di acque superficiali ad uso irriguo dal Torrente Trebbia. “Il Rio è pieno come quando mio padre era amministratore e col camparo Franco Buschi, la sera, in cortile, decidevano come avrebbero gestito l’acqua il giorno dopo. Quando gli agricoltori avevano ancora sovranità sulla loro azienda e sui loro campi. Guardiamo a cosa ha fatto l’uomo. Queste opere- prosegue Gasparini – ancora funzionanti e strategiche, fanno onore ai nostri avi. Ci ricordano che l’acqua di questo torrente è da sempre gestita da chi vive la valle e la tutela con il proprio lavoro quotidiano”.

Certamente le risorse idriche a disposizione della campagna 2018 sono molto più abbondanti rispetto quelle della siccitosa annata precedente e la fotografia di due estati non è predittiva per analisi sul cambiamento climatico, ma le considerazioni del presidente di Confagricoltura Piacenza pongono l’accento sul legame e la simbiosi che l’opera dell’uomo ha con il territorio. “Un Paese civile è quello che gestisce le sue risorse. Se potessimo sempre avere a disposizione l’acqua daremmo al territorio un connotato diverso: sarebbe ricco e rigoglioso, profittevole per l’agricoltura e apprezzabile per il turismo. La misura della nostra civiltà è, ancora una volta come nei millenni passati, nella nostra capacità di realizzare e valorizzare le opere infrastrutturali che migliorano l’ambiente, invece oggi si tende a voler vedere di ogni manufatto l’impatto ambientale. Qualcuno si è mai sognato di considerare ecomostri gli antichi acquedotti romani? La Val Trebbia – prosegue Gasparini – ha grandi capacità di sostentamento. Il Torrente è generoso in una vallata con abbondante piovosità a monte, basterebbe un piccolo passo avanti nella responsabilità dell’uomo, un recupero della sua capacità di agire. La diga del Brugneto è già un’opera fondamentale a servizio del territorio, basterebbe un invaso vicino, di sostegno, per godere sempre la meraviglia di quest’anno. Non ultimo – conclude Gasparini – esigiamo che anche nelle norme si ristabilisca la verità sostanziale dei fatti per cui il Trebbia è un torrente e non un fiume, soggetto pertanto a piene e secche e torniamo a chiedere che il parametro del DMV (deflusso Minimo Vitale) venga effettuato calcolando la portata mediana e non la media che con le rilevazioni delle piene falsa le registrazioni. Il Piano di Gestione Acque Piemonte prevede la riduzione ad 1/3 della portata del DMV, in particolari periodi, senza incorrere in sanzioni. Noi, come il Piemonte, facciamo parte dello stesso bacino idrografico del Po. Chiediamo che anche sul nostro territorio venga considerata la stagionalità”.