Programmata per oggi, 23 luglio, la tavola rotonda dal titolo “Ritorno al futuro”, ha al centro il tema del recupero di infrastrutture esistenti e la realizzazione di nuove opere per la competitività del territorio. L’evento, slittato in avanti di una settimana causa avverse condizioni atmosferiche, afferma Fausto Zermani, Presidente del Consorzio di Bonifica di Piacenza, “ è l’occasione per presentare un modello e festeggiare la chiusura del collaudo che mette d’accordo diverse discipline e modelli istituzionali ma è anche il momento per presentare alla collettività un’opera nella sua massima potenzialità fruibile”.
Durante tutto il week end rimarrà aperto il coronamento della diga.
Sarà possibile visitare la mostra “Paesaggi d’acqua” per conoscere il tema della risorsa idrica visto sotto diversi aspetti: l’acqua da bere e da mangiare, l’acqua e l’architettura, l’acqua che scorre, l’acqua che lava, l’acqua che cura ecc.
Sempre sul coronamento una mostra con i progetti presentati dal Consorzio di Bonifica e una “scatola nera” con alcuni video storici ed attuali della diga di Mignano: dalla costruzione del 1934 al collaudo del 2018.
Infine come vero e proprio un dèjà vu è comparsa, ed è visitabile, una balena lunga diciotto metri e alta tre. L’opera realizzata dall’artista Mauro Fornari con l’aiuto di Vito Carta, e composta da 564 assicelle recuperate da vecchi bancali in disuso, ricorda il cetaceo scoperto nei calanchi della Val d’Arda nel 1934 (anno di inaugurazione della diga, per altro) a testimonianza che 2 milioni di anni fa a far da padrone in Val d’Arda era il mare.
Arte, economia e paesaggio per un week end di mezza estate in attesa dell’evento inaugurale.
Ma l’iniziativa non è esente da polemiche. Come quella sollevata dal sindaco di Lugagnano, Jonathan Papamarenghi: “Finché non vedremo conti chiari e tornare sul territorio le gli importi versati, Lugagnano Val d’Arda non parteciperà a banchetti pagati con i contributi dei nostri concittadini”.
“Non sarò certo il guastafeste, ne voglio far torto ai validi dipendenti del Consorzio o alle Istituzioni, comprese quelle di Governo – seppur pare che non parteciperanno i promessi ministri – presenti alla cerimonia di fine collaudo alla Diga di Mignano. Operando per tutelare sempre interessi e sicurezza dei lugagnanesi, non posso però certo partecipare a convegni e relativi cocktail luculliani soprassedendo certe questioni”.
“Anzitutto i lugagnanesi da due anni pagano, dal nulla, il nuovo contributo di bonifica che porta nel “calderone” diverse decine di migliaia di euro annue (come Sindaco, non vedo l’ora di sapere di preciso quante) senza aver alcun intervento in più rispetto al passato o alcun nuovo beneficio goduto dagli immobili a fronte del versamento”.
“Inoltre due mesi fa anche la nostra comunità, che è la più prossima allo sbarramento e convive con l’invaso di Mignano da oltre ottant’anni, si è confrontata con il “Piano Emergenza Dighe”: Lugagnano sarebbe interessata dall’ondata di piena in quattro minuti dopo un eventuale collasso (Castell’Arquato in quattordici): neanche il tempo di allertare i cittadini, oggi. Così a maggio ho avanzato, come Presidente dell’Unione dei Comuni Alta Val d’Arda, la richiesta di istallare un sistema di sirene e lampeggianti azionabili in caso di emergenza diga: ad oggi nessuna risposta alla faccia del garbo istituzionale, oltre che della dovuta attenzione per la massima autorità locale di pubblica sicurezza e protezione civile! Me ne dispiaccio, dunque, ma non parteciperò a banchetti pagati con i contributi di bonifica -nel nostro Comune siamo abituati, se ne facciamo, a trovare finanziatori privati o, più spesso, ad offrirli direttamente noi amministratori. Resto invece nella speranza di avere in futuro, non per me ma per la comunità che rappresento -comunità contribuente!- più concreta attenzione”.