La perdurante impossibilità per gli utenti del sistema sanitario di Piacenza e provincia – 180 persone ogni giorno per cinque giorni alla settimana – di gestire e ricevere la terapia anticoagulante (Cumadin, etc) attraverso il Fascicolo sanitario elettronico (Fse) è al centro di un’interrogazione presentata in Regione da Giancarlo Tagliaferri (Fdi).
Il Fascicolo sanitario elettronico – ricorda il consigliere – è lo strumento online che raccoglie, in forma protetta, sicura e riservata, i documenti e le informazioni sanitarie di chi lo attiva, racchiudendo così la sua storia clinica. Per quanto riguarda il territorio piacentino – evidenzia il capogruppo di Fdi – la terapia anticoagulante al momento può essere consegnata al paziente, che effettua il prelievo al mattino, o manualmente o via fax, in quanto la sperimentazione della trasmissione via mail è stata sospesa dall’ottobre 2017, per motivi di privacy, da parte della direzione dell’Ausl di Piacenza. Dalla sospensione della trasmissione dei referti tramite mail – sottolinea l’esponente di Fdi – l’Ausl piacentina ha avviato una massiccia campagna d’informazione per sensibilizzare gli utenti ad attivare il Fascicolo sanitario elettronico, che, però, non permette la consegna della terapia anticoagulante.
Da qui l’iniziativa di Tagliaferri, che chiede alla Giunta regionale “quali siano i motivi per cui il servizio di gestione e consegna della terapia anticoagulante tramite Fascicolo sanitario elettronico non sia stato ancora attivato in provincia di Piacenza, quali siano i tempi previsti per l’attivazione da parte dell’Ausl locale e quali Aziende sanitarie in Emilia-Romagna abbiano già attivato questo servizio”.