“Dalla relazione 2017 della Fondazione emiliano-romagnola per le vittime di reati – fa sapere Tagliaferri – risultano gravi lacune dei servizi pubblici di Neuropsichiatria Infantile.
Si legge infatti che gran parte dei fondi a disposizione della Fondazione sono stati utilizzati per percorsi di psicoterapia, dal momento che il carico di lavoro dei servizi pubblici non consente una presa in carico prolungata delle piccole vittime di abuso sessuale.
Già dal 2008 vi è una legge regionale che prevede il costituirsi di un centro pubblico di presa in carico sul maltrattamento e sull’abuso dell’infanzia, ma ad oggi in regione sarebbero attivi soltanto due centri pubblici appositamente formati, uno presso l’Ausl di Bologne e l’altro presso quella di Reggio Emilia.
Sempre dalla relazione risulta chiaro – continua Tagliaferri – che la maggior parte degli interventi promossi dalla Fondazione è a Reggio Emilia, dove dovrebbe già essere istituito l’apposito centro pubblico.”
Tagliaferri si è quindi rivolto alla giunta Bonaccini per avere un quadro dei dati, suddivisi per provincia e nazionalità, relativi alle vittime minori di maltrattamento fisico reiterato od abuso sessuale e sapere “cosa ne pensa la Regione delle mancanze del servizio pubblico evidenziate dalla Fondazione e quali provvedimenti intenda adottare per potenziare i servizi di Neuropsichiatria Infantile, sicuramente più essenziali della Rete Ready, giusto per fare un esempio.”