Estorceva denaro alle zie e in quattro mesi è arrivata a spendere 70mila euro, la maggior parte dei quali in droga. I fatti sono accaduti a Rivergaro. Una delle due donne si era recata all’ufficio postale di Niviano per ritirare allo sportello automatico un’ingente cifra di denaro: un prelievo effettuato in lacrime, tanto da attirare l’attenzione di un passante di sua conoscenza il quale ha chiesto alla donna perché stesse piangendo. Quest’ultima ha iniziato a raccontare una storia poco chiara che ha insospettito l’amico, il quale ha segnalato l’episodio ai carabinieri. I militari di Rivergaro, guidati dal maresciallo Roberto Guasco, hanno preso sul serio la segnalazione e hanno deciso di dare un’occhiata alla situazione finanziaria della signora. Gli investigatori hanno scoperto una serie di prelievi da 2mila euro ciascuno effettuati in un breve arco temporale, una somma totale di circa 70mila euro in soli quattro mesi. La nipote giustificava le spese raccontando di dover pagare un avvocato a causa di presunti debiti lasciati dal padre.
A quel punto i carabinieri hanno iniziato a indagare a fondo scoprendo la verità: la donna e la sorella erano assoggettate alla nipote di 45 anni che con minacce e aggressioni costringeva le due a ritirare somme di denaro importanti. Cifre che la 45enne utilizzava per acquistare cocaina ed eroina per sé, per il suo compagno e per un’amica di 29 anni. Proprio quest’ultima era solita effettuare i rifornimenti recandosi a Piacenza in taxi (pagando sempre con i soldi delle due zie). La 45enne e il compagno, con quel denaro, si concedevano anche soggiorni in costosi alberghi e altri “lussi”.
La 45enne è stata arrestata con l’accusa di maltrattamenti, estorsione e truffa. Nei guai anche l’amica 29enne accusata di aver partecipato a questa reiterata truffa alle due donne.
Arrivati a quel punto, i carabinieri hanno deciso di completare il quadro gettando luce sugli spacciatori che fornivano lo stupefacente al gruppo. Tre le piazze di spaccio scoperte. Una gestita da una rumena di 49 anni con il figlio 24enne, una coordinata da due tunisini di 54 e 34 anni e l’ultima gestita da due italiani di 50 anni.