“Torna l’appuntamento estivo con il Teatro Antico nella meravigliosa cornice dell’area archeologica di Veleia, dove si rinnova la dimensione (mutuata dall’esperienza più profonda del teatro greco) del rito civile di una comunità riunita per rivivere, attraverso la scena, i miti che appartengono a un passato collettivo. Un cartellone d’eccezione composto da appuntamenti preziosi, per la maggior parte creati in esclusiva per il festival. Grandi artisti, come Stefano Accorsi e Margherita Buy, per la prima volta a Veleia e graditissimi ritorni. “Archetipi (l’epica omerica, la tragedia greca) ed epigoni (da Seneca ad Ariosto), padri (Ettore, Ulisse) e figli (Astianatte, Telemaco), la luminosa potenza di temi universali che toccano l’animo umano e la leggerezza, l’originalità, (talvolta l’ironia) dei linguaggi scenici con cui vengono proposti. Una serata speciale su Annibale nell’anno in cui Piacenza dedica una grande mostra al generale cartaginese. Novità dell’edizione 2018 è infine “Veleia ragazzi”, la nuovissima sezione del Festival di Veleia dedicata al teatro per bambini e adolescenti: spettacoli e laboratori progettati per avvicinare i più giovani, con codici adeguati alla loro età, al patrimonio culturale e artistico su cui sono fondate le nostre comuni radici classiche e mediterranee” spiega Paola Pedrazzini, direttrice artistica del festival.
Sabato 7 luglio, ore 21.30
STEFANO ACCORSI in Giocando con Orlando – Assolo, Tracce, memorie, letture dall’ Orlando furioso di Ludovico Ariosto secondo Marco Baliani
adattamento teatrale e regia Marco Baliani
Prima volta a Veleia per Stefano Accorsi, reduce da una felicissima stagione di successi cinematografici che gli sono valsi lo scorso anno David di Donatello, Nastro d’Argento, Premio Gian Maria Volonté e Premio FICE come attore dell’anno. Ad Accorsi è affidata l’apertura del festival e il recupero del senso profondo dell’epos omerico, fondamento della civiltà letteraria occidentale, con la messinscena, in assolo, in una versione speciale per Veleia, del più celebre poema epico del Rinascimento, l’Orlando Furioso dell’“italo Omero” Ariosto. Magistralmente diretto da Marco Baliani, Accorsi dà vita “con passo volatile e leggero” ad uno spettacolo inaspettato e piacevolissimo.
Mercoledì 11 luglio, ore 21.30
VALERIO MASSIMO MANFREDI in L’incubo dell’impero – Gli ultimi anni di Annibale
Graditissimo ritorno a Veleia per uno degli scrittori più tradotti ed eclettici (studioso del mondo antico, sceneggiatore, direttore di spedizioni di scavo, volto noto di programmi tv cult da Stargate-Linea di confine e Impero su La7 a Metropoli per Rai): Valerio Massimo Manfredi. Con fascinazione e rigore Manfredi racconta gli ultimi anni della vita di Annibale quando il generale cartaginese divenne l’incubo dell’impero romano, un Osama Bin Laden del III secolo a.C., imprendibile, introvabile, pericolosissimo. Alla fine solo il tradimento del re di Bitinia pose fine all’incubo ma nessuno ebbe la soddisfazione di farlo prigioniero. Fu il più grande comandante della storia antica.
Mercoledì 18 luglio, ore 21.30
MASSIMO RECALCATI e MARIO PERROTTA in Dalle ceneri dei padri, Indagine a due su un padre possibile
Un evento speciale, creato in esclusiva per il festival, vede insieme in scena Massimo Recalcati, uno dei più noti psicoanalisti d’Italia e il tre volte premio Ubu Mario Perrotta, esponente di spicco del miglior teatro di narrazione. Un viaggio delle meraviglie dall’Iliade a La strada di McCarthy, dall’Odissea ai Vangeli, alla ricerca di una figura di padre ancora possibile, di una rinascita dalle ceneri dei padri di un recente passato. Il viaggio inizia tra le braccia di un padre “classico” – Ettore che alza il figlio al cielo e arriva a Telemaco, figlio che attende il ritorno. Di nostos parla anche la parabola del Figliol prodigo con il ritorno di un figlio tra le braccia di un padre che accoglie e perdona.
Sabato 28 luglio, ore 21.30
MARGHERITA BUY, SERGIO RUBINI, EVA CANTARELLA in Amori fatali, Passioni, abbandoni, vendette nel grande teatro tragico
Sfrenate passioni, scandalose confessioni, amori proibiti, brucianti abbandoni, vendette… La materia incandescente del teatro greco rivive dopo oltre due millenni a Veleia in un inedito, potentissimo reading affidato a due icone del cinema italiano: Margherita Buy (l’attrice più intensa e più premiata -sette i suoi David di Donatello e sette Nastri d’Argento) e Sergio Rubini (attore e regista unico, sensibilissimo, eclettico, capace di rinnovarsi con versatilità). Con loro in scena la seduzione del racconto di Eva Cantarella (grecista tra i massimi esperti del mondo antico) ci accompagna a conoscere da vicino Medea, Giasone, Fedra, Ippolito, Didone.
Dopo teatro enogastronomico
Al termine di ogni spettacolo, il salumificio La Rocca di Castell’Arquato, l’azienda agricola Pier Luigi Magnelli, l’Associazione Viticoltori Val Chiavenna e Tollara Vini offriranno al pubblico e agli artisti una degustazione di vini e salumi piacentini.
Premio Festival di teatro antico di Veleia – V Edizione
Arcaismo e, soprattutto, classicità sono il territorio formale dal quale il linguaggio plastico di Brizzolesi procede commenta Giorgio Seveso. Anche quest’anno in esclusiva per il Festival di Teatro Antico di Veleia il Maestro Sergio Brizzolesi realizza un premio dedicato ai protagonisti della scena veleiate: un bassorilievo in terracotta con un dettaglio del foro, già presente sul basamento istoriato della statua di Sant’Antonino realizzata dallo scultore per Piazzale Genova a Piacenza. Sergio Brizzolesi, piacentino, formatosi all’Istituto Gazzola di Piacenza e all’Accademia di Brera a Milano, ha esposto in Italia e all’estero, ottenendo significativi riconoscimenti. Ha realizzato opere pubbliche che impreziosiscono città italiane (Milano, Cremona, Como, Piacenza, Reggio Emilia…) e straniere (Caracas, Boston, Berlino, San Francisco, Rabat…), il re del Marocco gli ha commissionato ritratti in bronzo e lo stemma reale. Sue sculture sono oggi anche alla Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi. Storici dell’arte come Ferdinando Arisi e Stefano Fugazza e critici come Ennio Concarotti, Nello Bagarotti e Giorgio Seveso hanno scritto di lui.