Dopo la catastrofe determinata in Guatemala dall’ eruzione del vulcano De Fuego, si aggrava il numero delle vittime e dei feriti. Il presidente della Infinity biotech di Piacenza, Aroldo Curzi Mattei, che fino a pochi giorni prima della eruzione si trovava in Guatemala per presentare le tecnologie per la disinfezione al governo ed ai presidi sanitari, ha deciso di regalare all’ospedale di Amatitlan, e ad altri nosocomi i “Cubi Infinity” per la disinfezione.
La decisione è stata presa nonostante Curzi avesse chiuso un contratto di fornitura delle attrezzature agli ospedali principali del Paese centro americano. E stata la drammaticità della situazione, ad aver spinto la Infinity ed il suo presidente a decidere di rinunciare alla parte economica dei contratti e fornire il materiale a scopo umanitario.
Già nei prossimi giorni, senza attendere lungaggini burocratiche, il materiale verrà spedito in Centro America, dove potrà essere immediatamente utilizzato. In questo modo sarà possibile provvedere alla disinfezione frequente dei locali ospedalieri, facendo fronte al rischio altissimo di infezioni in pazienti per lo più ustionati anche gravemente. L’eruzione è stata violentissima ed ha coinvolto anche la capitale con la caduta di ceneri e clasti incandescenti. Si contano già una settantina di morti e centinaia di feriti con una emergenza sanitaria dai contorni drammatici.
Tanto le ustioni, quanto le insufficienze polmonari determinate dall’aver respirato ceneri vulcaniche, sono particolarmente esposte al rischio delle infezioni batteriche, il che rende importantissima l’asetticità dei locali nei quali i feriti vengono ricoverati e curati.
Aroldo Curzi, nipote di Enrico Mattei, ha preso la decisione di regalare il cubo infinity “nell’ottica del rispetto di una missione aziendale che prevede innanzi tutto il contrasto alle infezioni batteriche attraverso la disinfezione.”
Ed aggiunge : “siamo sempre pronti a dare il nostro contributo in emergenze come questa, ci pare, anzi, assolutamente necessario di fronte ad urgenze sanitarie gravi ed impreviste, mettere da parte l’ottica del business, per concentrarsi sui bisogni immediati della popolazione. Certo il Cubo di Facchini che abbiamo regalato all’ospedale di Guatemala City, non risolverà il problema, ma potrà contribuire a salvare delle vite, il che ha un valore altissimo e non monetizzabile.”