La mia intenzione è di proseguire l’ottimo lavoro svolto nella scorsa stagione. Questo il pensiero di Lucio Brando, il nuovo tecnico che siederà sulla panchina del Fiorenzuola per la stagione 2018-2019, nella sua prima intervista a Radio Sound.
Biellese classe 1971, ha alle spalle una lunga carriera da allenatore, tra cui il secondo di Beppe Scienza alla Feralpi Salò. Come spiega lo stesso Brando “Ho iniziato a giocare nel settore giovanile della Biellese e proseguito a Borgosesia, chiudendo in squadre di Prima categoria. Ero un centrocampista di piede educato, ma troppo lento. Così a 29 anni, vedendo gli avversari correre più veloci, ho detto basta. Non bastasse, dovevo misurarmi con una fastidiosa pubalgia. E’ iniziata così la mia avventura seduto in panchina. Ho cominciato a Biella. Nove anni nel settore giovanile, dai Giovanissimi fino alle Berretti. Avrei dovuto diventare il secondo di Nicola Caccia, ex centravanti dell’Atalanta, l’allenatore nel campionato di C2, ma tirava una brutta aria, tanto che la società è poi fallita. Poi sono arrivate le esperienze al Varallo, alla Virtus Cusio (entrambe portate dalla Promozione all’Eccellenza), alla Virtus Verbania (vinto campionato d’Eccellenza), alla Feralpi Salò, alla Juve Domo di Domodossola (vinto campionato d’Eccellenza, perso gli spareggi per la D) e, nell’ultima stagione, quella al Pont Donnaz (Eccellenza in Valle D’Aosta). Penso che Fiorenzuola sia una società con grandi tradizioni e con tanta voglia di crescere. Sono convinto che, dopo la grande impresa centrata nel campionato da poco concluso, ci siano i presupposti per migliorare ulteriormente”.
Alle parole di Mister Brando fanno eco quelle del direttore sportivo Di Battista “Sono molto contento che abbia accettato di venire a Fiorenzuola. Ci conosciamo da tempo e lo stimo sia professionalmente, che umanamente. Nel momento in cui Dionisi ci ha comunicato la sua scelta, ho subito pensato a lui, perché lo considero il più adatto a proseguire il nostro progetto. Mi assumo personalmente la responsabilità di questa scelta, poi sarà ovviamente il campo a darmi ragione o meno”