“Le sue ultime parole furono: «Perdono, perdono, perdono». Erano le parole stesse di Gesù quando perdonò i suoi crocifissori: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno» (Lc 23,34). Queste parole costituiscono la carta d’identità del martire cristiano”. Con queste parole il cardinale Angelo Amato ha descritto il martirio di suor Leonella Sgorbati. Il Duomo di Piacenza ha indossato un’abito inedito, divenendo la cornice di una giornata storica, una giornata in cui Piacenza ha visto una sua cittadina salire alle sfere più alte del cielo, tra i beati. Una cerimonia grandiosa, solenne, emozionante, riassunta dagli occhi lucidi dei parenti più stretti che hanno occupato le prime file insieme alle autorità civili e religiose.
Momento emozionante e significativo l’esibizione musicale e danzante a opera di artisti e missionari africani che hanno voluto incarnare così il ringraziamento della terra somala a suor Leonella.
Suor Leonella Sgorbati, uccisa 11 anni fa, proclamata beata il 26 maggio nel Duomo di Piacenza. Suor Leonella da anni aveva lasciato Rezzanello di Gazzola per dedicarsi ai bambini dell’ospedale pediatrico di Mogadiscio, in Somalia. Aveva deciso di restare pur essendo consapevole dei pericoli che correva. All’epoca della morte, Suor Leonella aveva 66 anni e apparteneva all’ordine delle missionarie della Consolata. Stava lavorando all’interno dell’ospedale quando tre colpi di pistola l’hanno sorpresa e stroncata. Suor Leonella, al secolo Rosa Sgorbati, 70 anni, è stata uccisa insieme alla guardia del corpo, i suoi assassini sono entrati nell’ospedale SOS, nel quartiere di Huriwa a sud della capitale, e hanno aperto il fuoco sulla religiosa. Il Comune di Gazzola decise di dedicare alla sua concittadina il campo giochi immerso nel verde a Rezzanello lungo la strada per Monticello.
“Una persona sensibile e molto attenta al prossimo, non è un caso che la vita le abbia riservato un destino così importante” spiega Bruno Sgorbati, nipote di suor Leonella.
Il Papa ha riconosciuto il martirio di suor Leonella Sgorbati nel novembre scorso: “Papa Francesco ha autorizzato la promulgazione dei decreti sul martirio della Serva di Dio Leonella Sgorbati (al secolo: Rosa), Suora professa dell’Istituto delle Missionarie della Consolata; nata il 9 dicembre 1940 a Rezzanello di Gazzola (Italia) e uccisa in odio alla Fede il 17 settembre 2006 a Mogadiscio (Somalia)”.
“Una vera religiosa, una vera cristiana, per noi è una giornata incredibile – commenta Carla Sgorbati, nipote di suor Leonella – aveva un grande amore per tutti, era un piacere stare ad ascoltarla quando ogni sette anni tornava dalle sue missioni. Io ero la sua nipotina prediletta, ricordo che quando decise di farsi suora io provai dolore, ero piccola e temevo che dopo quella scelta l’avrei persa. Era di una bontà incredibile”.
Piacenza è stata invasa da fedeli provenienti da varie parti d’Italia, una grande festa e un grande momento di condivisione culminato con la celebrazione in Duomo: “E’ un esempio di dedizione, ha dato la vita per gli altri” racconta una devota.
“Le uccisioni di innocenti sono il sigillo dello spirito del male. È l’ennesima violenza compiuta da Caino verso il fratello Abele. L’assassinio della Beata Leonella Sgorbati rivela il veleno che si nasconde nel cuore – commenta il cardinale Amato nella sua omelia – Suor Leonella ha bagnato col suo sangue benedetto la terra somala, prima pacifico territorio deIl’Africa orientale, oggi luogo di desolazione e di morte. Negli ultimi decenni, la presenza della Chiesa cattolica vi è stata brutalmente cancellata, con la cacciata dei missionari, con la repressione dei fedeli e con le uccisioni cruente e ingiustificate di testimoni della fede come Mons. Salvatore Colombo, primo vescovo di Mogadiscio (Mogadiscio, 1989), il missionario francescano Pietro Turati (Gelibe, 1991), il medico Graziella Fumagalli, direttrice del Centro Antitubercolare della Caritas italiana (Merca, 1995), la missionaria laica Annalena Tonelli, fondatrice di opere a favore di sordomuti e di bambini disabili (Borama, 2003). Suor Leonella fa parte di questo corteo di benefattori dell’umanità povera e bisognosa, uccisi in odio alla fede cristiana”.
“Suor Leonella ha dato la sua vita per il Signore – spiega il Vescovo della Diocesi di Piacenza Bobbio, monsignor Gianni Ambrosio – e per la carità verso le persone più bisognose. E’ davvero una persona importante nel nostro cammino perché il sangue dei martiri è un sangue che pacifica ed offre la possibilità di riprendere fiducia e entusiasmo. Lunedì scorso ho incontrato papa Francesco durante l’assemblea della CEI e gli ho ricordato questo evento. Lui mi ha risposto che sarebbe stata l’occasione per pregare per la pace e la concordia dei popoli in Africa e in tutta l’umanità”.