Focus sul vino bio per il primo appuntamento di “Cantina Valtidone incontra”

Cantina Valtidone incontra il vino biologico, una proposta consapevole. In queste parole si riassume l’importante convegno promosso dall’azienda vitivinicola borgonovese e tenutosi sabato scorso nello splendido scenario di Villa Tavernago. Proprio Tenuta Villa Tavernago è il nome dell’ultima linea in ordine di tempo prodotta dalla cooperativa: un malvasia, un gutturnio e un pinot rosé da uve a coltivazione biologica dal 1978, che fa seguito alla linea bio-vegan BIO’ VALTIDONE presentata alla fine del 2017. Una scelta consapevole, quella di aderire al biologico, avvalorata anche dagli interventi dei prestigiosi relatori del convegno che, moderati e sollecitati dal giornalista e critico gastronomico Gigi Padovani, hanno analizzato da molteplici punti di vista i motivi del successo del vino biologico e i suoi possibili trend futuri, legati alla necessità di sempre maggiore informazione e consapevolezza da parte del consumatore.

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Ad accogliere  l’affollata platea di buyer, addetti ai lavori, giornalisti, soci, clienti e amici di Cantina Valtidone, impreziosita dalla presenza di autorità militari, a partire dal comandante provinciale dei Carabinieri  Col. Corrado Scattaretico e dal Comandane dei NAS di Parma, Maggiore Gianfranco Di Sario, da rappresentanti delle associazioni, tra cui il Presidente regionale di Confcooperative, Francesco Milza e i vertici Fedagri dell’Emilia-Romagna, Antonio Ferraguti e Paolo Bono, imprenditori e politici, sono stati il padrone di casa, Pierfranco Pirovano e il Presidente di Cantina Valtidone, Gianpaolo Fornasari, che nel ringraziare tutti per la partecipazione, ha salutato con particolare emozione la presenza in sala del Conte Mario Omati, uno dei 16 fondatori della cooperativa borgonovese oltre 50 anni fa, e  ha annunciato, con questo convegno, l’esordio di una serie di appuntamenti culturali che andranno sotto il nome di ‘Cantina Valtidone incontra’: “Saranno momenti di riflessione – ha detto il Presidente Fornasari – che Cantina Valtidone intende proporre e offrire al territorio e che in collaborazione con Pierfranco Pirovano si terranno in questa meravigliosa location la settimana prima di Cantine Aperte. Si tratteranno i temi legati all’agricoltura, alla viticoltura, all’ambiente, all’economia; questo perché riteniamo che la cooperativa possa guidare lo sviluppo culturale ed economico del territorio, con l’obiettivo di migliorarlo ed aumentarne il valore, che già per le sue caratteristiche e le sue eccellenze è un gioiello da fare risplendere”.

E’ stato proprio il geometra Pirovano, nel dare il benvenuto agli ospiti, a fornire il miglior abbrivio per entrare nel tema del convegno: “Mi sono innamorato della Val Tidone nel 1972 – ha detto – e dal 1978 abbiamo iniziato qui questo fantastico viaggio nel biologico. Oggi, a 40 anni di distanza, possiamo dire che sia stato un percorso lungimirante e vincente. Dobbiamo renderci conto che le coltivazioni biologiche sono alla base della nostra esistenza, del nostro vivere, anche se forse costano qualcosa di più. Ho accolto con estremo piacere, quindi, l’idea di creare un connubio con la Cantina Valtidone e portare ai suoi soci tutta l’esperienza maturata in questo ambito in questi anni. E siamo certi che questa collaborazione potrà portare un futuro roseo”.

BIOLOGICO: SCELTA NUTRIZIONALE, ETICA E DI SALUTE – La conferma di una nuova diffusa consapevolezza sul biologico arriva dal primo intervento in scaletta, quello della Prof.ssa Evelina Flachi, nutrizionista, giornalista e consulente Rai con una presenza fissa a La Prova del Cuoco. “La scelta del biologico è diventata oggi sempre più essenziale – ha esordito la professoressa Flachi – in relazione in particolare alla problematica sociale delle intolleranze e delle allergie, che sono in continuo aumento e che necessitano di una maggiore e migliore informazione al consumatore”. Conoscenza ed educazione alimentare sono proprio i due temi su cui ha insistito la relazione, che ha voluto evidenziare come sia importante che il consumatore finale, per ragioni etiche ma soprattutto di salute, abbia la possibilità di scegliere alimenti che soddisfino le proprie convinzioni e le proprie esigenze fisiche. “E’ piacevole sapere – ha continuato – che anche nel mondo del vino si abbia la possibilità di scegliere il biologico che, sono convinta, avrà sempre più successo perché il consumatore è sempre più indirizzato sulla prevenzione, sul benessere, sulla cura della forma fisica. Sapere di avere sulla propria tavola un vino che ha origine ancora più controllata e ancora più proiettata al rispetto dell’ambiente, non può che ricevere i complimenti di tutti”.

Ma una certificazione biologica che riceva i complimenti del consumatore e degli addetti ai lavori necessita di un lungo percorso, presentato nel dettaglio dall’intervento del Dottor Francesco Fissore, enologo di Cantina Valtidone dal 2015, che ha preso spunto dalla presentazione del Regolamento U.E. 203/2012, la normativa che disciplina le produzioni biologiche e che ha alla sua base l’intento di “applicare al settore enologico quello già in vigore per le produzioni agroalimentari biologiche, vale a dire di consegnare al consumatore finale un prodotto quanto più rispondente alle sue naturali caratteristiche”. Tutto ciò è ottenibile da una cura del processo produttivo che parte dal vigneto e che prosegue in cantina fino alla tavola del consumatore, con precise linee guida su modi di conservazione e materiali utilizzabili nei processi di lavorazione dell’uva e del vino, fino alla disciplina per la realizzazione dell’etichetta per le bottiglie. Il Dott. Fissore ha concluso l’intervento portando l’esempio concreto del processo seguito da Cantina Valtidone, insieme all’ente certificatore Valore Italia, per l’ottenimento della certificazione che ha portato alla nascita della linea bio Tenuta Villa Tavernago.

VINO BIOLOGICO, NUMERI DI OGGI E TENDENZE PER DOMANI. Ma nei numeri qual è la diffusione del vino biologico nella provincia di Piacenza e in Emilia-Romagna? A dare una risposta, dati alla mano, è stato Giovanni Luigi Cremonesi, Direttore provinciale di Coldiretti, che è partito dalla produzione biologica regionale per poi concentrarsi sul settore vino: “La crescita annuale a due cifre della produzione di vino biologico ci fa capire che non stiamo più parlando di nicchie o di avanguardie, ma di una scelta matura e consapevole. Anche la scelta biologica di una grande realtà come Cantina Valtidone ci fa capire che siamo di fronte a produttori sempre più consapevoli e a un mercato sempre più pronto e maturo, dove il consumatore sa che può spendere anche qualcosa di più, ma sicuro di avere un prodotto maggiormente garantito, sostenibile e naturale”. Un ultimo passaggio del suo intervento, il Direttore Cremonesi l’ha dedicato alla promozione territoriale: “In questi due anni mi sono reso conto che il vino piacentino è ottimo, fatto da ottimi produttori, purtroppo ancora oggi non trova una segmento di mercato capace di renderlo remunerativo. Ritorno all’idea della necessità di fare squadra e di promuovere il vino, che è uno dei 4 pilastri dell’economia piacentina”.

Sulle tendenze di mercato e sui trend futuri a livello globale si è concentrato l’intervento conclusivo del convegno, affidato al Dott. Luca Spagna, Global Buyer Auchan International, introdotto dai dati Nomisma sul consumo del vino biologico nella grande distribuzione, ricordati da Gigi Padovani e presentati all’ultimo Vinitaly, che registrano un deciso aumento delle vendite e dei consumi. “Per noi addetti ai lavori il vino bio è ancora una nicchia – ha esordito Spagna – tuttavia la tendenza è sicuramente importante, con crescita a due/tre cifre ogni anno. E non possiamo non tenerle in considerazione, in particolare per il mercato italiano dove il biologico è amato, per scelta etica, di salute e di cura dell’ambiente”. “A fronte di questo trend, ma di un’informazione al consumatore su vantaggi e svantaggi del bio scarsa e non univoca – ha proseguito – i buyer stanno mantenendo un atteggiamento ancora guardingo e timido, inserendo poco a poco qualche prodotto a produzione biologica sui propri scaffali. Che fare? I produttori devono diventare lavoratori non della terra, ma con la terra. Le istituzioni devono fare più chiarezza sulle informazioni che arrivano al consumatore finale e, perché no?, mettere anche delle sanzioni. Ma soprattutto, la molla che deve guidare tutti noi è concentrarsi su salvare noi stessi e il nostro pianeta, passando da consumatori a consumAttori consapevoli”.

Gigi Padovani, che ha moderato il convegno, ha colto alcuni dei principali spunti negli interventi dei relatori per approfondire le tematiche legate alla produzione biologica e in particolare quella enologica, richiamando l’attenzione sulla necessità di una maggiore informazione, educazione e acquisizione di consapevolezza da parte sia dei produttori, sia dei consumatori, in modo di far passare il bio da una nicchia a una produzione di massa. Mentre il Dottor Cremonesi ha ricordato gli ultimi accordi di filiera sottoscritti da multinazionali e produttori che vanno proprio nella direzione della maggiore trasparenza, Luca Spagna ha risposto alle domande sui prezzi di vendita, evidenziando come il consumatore sia disposto a spendere anche il 30-40% in più per un prodotto bio.

Per concludere, Francesco Fissore ha tracciato gli obiettivi produttivi di Cantina Valtidone che punta a raggiungere nei prossimi tre anni una quota di biologico pari al 10% della sua produzione totale. La nuova linea Tenuta Villa Tavernago, che ha accompagnato con successo la degustazione riservata agli ospiti del convegno, è dunque un progetto pilota per Cantina Valtidone, che punta a intraprendere nei prossimi anni passi sempre più consapevoli sulla strada della produzione biologica e dell’innovazione culturale.