Ancora danni causati dal maltempo, campi allagati dalle violenti piogge

Continua l’ondata di maltempo nel Piacentino. Dopo le forti grandinate di aprile in val Tidone e la “bomba d’acqua” della scorsa settimana nella zona di Bettola, ieri sul territorio si è abbattuta una violentissima precipitazione provocando molti allagamenti nei campi, con forti timori da parte degli agricoltori in merito alle possibili conseguenze per le produzioni finite sott’acqua.

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Tra le zone più colpite – spiega Coldiretti Piacenza – ci sono quelle alle porte della città, con le piantine di pomodoro completamente inondate. A rischio ci sono sia le colture già in campo, sia quelle che devono ancora essere trapiantate. Inoltre se nei prossimi giorni, come indicano le previsioni, si assisterà ad un rapido innalzamento delle temperature, le piante potrebbero vivere una situazione di forte stress per i continui sbalzi climatici.

Lo confermano gli stessi imprenditori del settore. Luigi Bisi delinea un quadro molto preoccupante per i suoi campi a Rottofreno e Gragnano a causa della grandine che ha colpito il grano (nel momento della formazione della cariosside), tra cui il Senatore Cappelli che è particolarmente sensibile. Inoltre le piogge torrenziali hanno sommerso le piantine di pomodoro.

I timori riguardano anche le ciliegie: “Quelle già mature sono compromesse, la pioggia è incessante dalle 17 di ieri e le nostre preoccupazioni riguardano anche quelle in maturazione” afferma Fausto Maffini, produttore di Villanova. “A ciò – prosegue Maffini – si aggiungono i gravi danni provocati nell’ultimo periodo dagli storni e dai corvi, che causano uno scempio sulla frutta primaverile”. Al riguardo, secondo Coldiretti Emilia Romagna, anche quest’anno la conta dei danni di questi uccelli rischia di avviarsi sulla strada dello scorso anno quando superò i 150 mila euro.

La primavera instabile – sottolinea la Coldiretti – sta creando grossi problemi anche agli alveari da Nord a Sud del Paese: gli sbalzi termici con l’improvviso ritorno della pioggia e del freddo stessano le api che restano negli alveari e purtroppo dimezzano la produzione di miele.