Carbonext, Rancan (Lega): “Basta indugi, la Regione dia il via allo studio”

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«Prima annunciano un’imminente indagine sull’impatto sanitario e ambientale dei cementifici e poi, quando si attendono i risultati, confessano che non c’è alcuno studio in corso. L’assessore Gazzolo e la Giunta regionale dell’Emilia-Romagna smettano di indugiare e facciano partire l’esame una volta per tutte».

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Attacco del consigliere regionale Matteo Rancan all’assessore all’Ambiente, Paola Gazzolo. La sua colpa, quella di aver comunicato, a settembre 2015, uno studio mai partito sulle ricadute ambientali e sanitarie derivanti dall’utilizzo di combustibili solidi secondari nei due cementifici piacentini, Buzzi Unicem a Vernasca e Cementirossi a Piacenza. A detta di Gazzolo l’indagine sarebbe partita autonomamente rispetto alla Valutazione d’impatto ambientale (Via) allora in atto in Provincia. Tuttavia, per ammissione dell’assessore alle Politiche sanitarie, Sergio Venturi, in una risposta scritta ad un’interrogazione presentata da Rancan qualche mese fa, emerge che «non è possibile applicare il protocollo di studio». Ciò, secondo l’assessore, perché, dopo l’attesa del termine della procedura di Via in merito all’approvazione o meno dell’impiego del combustibile Carbonext, nell’impianto valdardese non viene usato il combustibile Carbonext nonostante l’autorizzazione ricevuta dall’azienda.

«Dopo quasi tre anni – accusa l’esponente della Lega – abbiamo scoperto che quella di Gazzolo era solo una dichiarazione ad effetto per la stampa e anche un imbroglio a danno dei cittadini in quanto le sue parole non hanno avuto seguito nei fatti. Siamo di fronte ad una presa in giro troppo grande nei confronti della popolazione, che in termini di ambiente, salute e futuro richiede invece serietà e competenza. Qualità che però non traspaiono dall’operato di una Giunta all’interno della quale un assessore proclama un intervento e il collega lo smentisce anni dopo. La Giunta Bonaccini – insiste Rancan – non perda dunque altro tempo e dia il via all’indagine».