Si chiude nel segno di Giuseppe Verdi la Stagione d’Opera 2017/2018 della Fondazione Teatri di Piacenza.
Venerdì 4 maggio alle 20.30 e domenica 6 maggio alle 15.30 (con anteprima aperta agli studenti mercoledì 2 maggio alle 15.30), la nave de Il corsaro approda finalmente al Teatro Municipale, dove l’opera venne allestita unicamente nel 1852 per poi scomparire definitivamente dal palcoscenico di Piacenza, e fino alla seconda metà del Novecento anche dai cartelloni italiani.
Un’occasione preziosa per tornare a questo titolo verdiano tratto dall’originale di Byron “The Corsair”, su libretto di Francesco Maria Piave, che debuttò al Teatro Grande di Trieste il 25 ottobre 1848 e che come il suo protagonista Corrado ebbe dunque un destino quanto mai inquieto e avverso.
L’allestimento, nato al Teatro Regio di Parma nel 2004 e firmato da Lamberto Puggelli, indimenticato Maestro della regia teatrale scomparso nel 2013 e che proprio in questi giorni avrebbe compiuto 80 anni, torna ora a nuova vita, ripreso da Grazia Pulvirenti Puggelli, coprodotto da Fondazione Teatri di Piacenza e Fondazione Teatro Comunale di Modena.
La direzione musicale è affidata a Matteo Beltrami, uno dei più preparati direttori d’orchestra della sua generazione, apprezzato nei teatri internazionali come valido specialista del repertorio operistico italiano, alla guida dell’Orchestra Regionale dell’Emilia-Romagna e del Coro del Teatro Municipale di Piacenza preparato da Corrado Casati. Nel cast giovani e affermati cantanti: il tenore emergente Iván Ayón Rivas(Corrado), che a soli 25 anni ha già cantato in importanti Teatri, il soprano Serena Gamberoni (Medora), che fa ritorno al Municipale di Piacenza dopo il successo ottenuto ne La Wally nella scorsa stagione; il baritono Simone Piazzola (Seid) vincitore del Premio Abbiati, il soprano Roberta Mantegna (Gulnara), che ha preso parte al progetto Fabbrica – Young Artist Program dell’Opera di Roma, il tenore Matteo Mezzaro (Selimo), il basso Cristian Saitta (Giovanni) e il tenore Raffaele Feo (Un eunuco/Uno schiavo).
Il palcoscenico si trasforma in nave grazie alle evocative scenografie create da Marco Capuana. A sottolineare il carattere esotico e piratesco dell’opera i costumi disegnati da Vera Marzot, mentre lo spazio scenico è illuminato dalle luci di Andrea Borelli. Gli spettacolari duelli tra gli spadaccini sono affidati alla sapiente esperienza del maestro d’armi Renzo Musumeci Greco, che ha lavorato al fianco dei più grandi registi del cinema e del teatro.
Reale e simbolico al contempo, il mare è grande protagonista di quest’allestimento. Come spiega Grazia Pulvirenti: esso “diviene il simbolo della tensione romantica dell’opera, non a caso tratta da un poema di Lord Byron, una tensione che culmina in una ricerca di assoluto attraversando l’orrore delle guerre e della storia. Il mare viene circoscritto teatralmente nel gioco delle scene in rapido mutamento, virtuosisticamente disegnate da Marco Capuana: in esse il pieno e il vuoto sono definiti da vele che si alzano e si abbassano, si raccolgono o si spiegano al vento”.
“Il Corsaro è un’opera che sa di mare, dove si sente il mare, come nel Simon Boccanegra”, aveva scritto Lamberto Puggelli negli appunti alla messinscena. E come l’ideale chiusura di un cerchio, anche la Stagione d’Opera del Teatro Municipale di Piacenza, che si era aperta proprio con Simon Boccanegra e le sue navi, passando poi dall’acqua di Venezia ne La Gioconda, si conclude ora a vele spiegate per Il corsaro verdiano.