“Le elezioni delle rappresentanze sindacali che si stanno svolgendo in questi giorni subito mettono in luce alcuni dati rispetto al numero effettivo di addetti nella pubblica amministrazione che rendono palese a tutti il fenomeno di progressivo impoverimento che è stato compiuto sul lavoro pubblico: sono centinaia gli impiegati e, nel complesso, gli addetti, scomparsi”. Così commenta in una nota la Cisl Funzione Pubblica Parma Piacenza.
“I governi succedutisi in questi anni hanno visto il lavoro pubblico come un covo di fannulloni, o come una fonte di spesa da tagliare ma non come uno strumento da utilizzare per aumentare l’efficienza del sistema-paese. Il tirare la cinghia nella Pubblica Amministrazione ha portato ad uno svuotamento degli organici: nei comuni, negli enti, nell’Ausl, così come presso il Polo mantenimento pesante dell’arsenale, e presso gli uffici ministeriali dislocati nel territorio. Sono i dati degli aventi diritto al voto in occasione delle prossime elezioni per le rappresentanze sindacali unitarie nei luoghi di lavoro a permettere un raffronto preciso tra le risorse umane impiegate nel 2012, data delle precedenti elezioni, e quelle attuali. Il personale pubblico, costretto a subire le campagne di denigrazione indiscriminate (innescate da colpe che non possono che essere solo individuali) e blocchi del turn over altrettanto indiscriminati, ha dovuto sopportare flessioni con percentuali importanti. Il comune di Piacenza è passato da 695 dipendenti nel 2012, agli attuali 645, con un calo del 7 per cento. Fiorenzuola nello stesso periodo flette il personale del 12 per cento, Castelsangiovanni del 17%. “Il trend è chiaro, sintetizza Lella Piatti, referente per gli enti locali della Cisl Funzione Pubblica Parma Piacenza: più è piccolo il comune e meno personale rimane, fino ad arrivare ad enti locali che attualmente hanno, 2, 3, 4 dipendenti. Non sempre le unioni tra comuni hanno finora dato i risultati sperati, spesso a causa di miopi normative proprio in tema di assunzione di personale”. Ecco l’interesse della fusione e del varo del nuovo comune dell’alta Val Tidone che ha tentato di reagire unificando Pecorara, Nibbiano e Caminata assommando 18 dipendenti, seppur ancora alla ricerca di economie di scala e di un miglior utilizzo del personale. Nota è la situazione in Amministrazione provinciale, passata da 324 dipendenti nel 2012 agli attuali 130. Uno svuotamento che non può non avere effetti sull’efficienza dell’ente, pur con deleghe ridimensionate, nello svolgimento di alcuni suoi compiti fondamentali. Anche l’AUSL accusa un calo dal 2015 ad oggi, passando da 2934 addetti a 2901. E questo pur in un quadro di significativo invecchiamento della popolazione e di maggiore complessità delle cure. Quanto al Polo di mantenimento pesante nord, risulta ormai smagrito a poco più di 500 dipendenti”.
“Pur decimato, anzi forse proprio per questo, il comparto pubblico vive la voglia di partecipazione dei lavoratori, come è attestato sempre dai dati già disponibili relativi alle elezioni Rsu 2018 nella nostra provincia: i candidati della Cisl Funzione Pubblica, il gruppo più numeroso, sono complessivamente 197. Un esercito di volontari che credono ancora che il lavoro pubblico possa essere una risorsa per il nostro Paese. Oggi ai tagli come ricetta a buon mercato per cambiare la PA nessuno può più credere. A quando il varo di una stagione di investimenti nella produttività delle risorse umane in prima linea nella tutela dei servizi pubblici per tutti i cittadini?”