In Emilia-Romagna la situazione è però altrettanto allarmante: sui 78 capoluoghi monitorati in tutta Italia, Modena e Reggio Emilia, con 101 superamenti la prima e 96 la seconda, si sono posizionate rispettivamente al terzo ed al quinto posto della poco lusinghiera classifica. Seguono Piacenza (sedicesimo posto con 75 superamenti annui), Parma (ventiduesima con 67) e Ferrara (62 superamenti per il trentesimo posto). Infine Bologna, Rimini e Forlì-Cesena, collocatesi alle posizioni 35, 36 e 48, contando rispettivamente 57, 55 e 40 casi da gennaio in cui si è oltrepassata la soglia consentita di emissioni di PM10 nell’aria. Unico capoluogo della nostra regione ad essere rimasto entro i valori massimi di polveri sottili consentiti per legge è Ravenna, che con soli 22 episodi di superamento da inizio anno, si è piazzata al sessantaduesimo posto.Occorrono fondi statali, destinati finora soprattutto al trasporto su gomma. Il 70% degli investimenti in infrastrutture degli ultimi governi è andato, infatti, a strade e autostrade. "Ma – afferma Luigi Rambelli, Presidente di Legambiente Emilia-Romagna – le amministrazioni locali possono utilizzare da subito sistemi di disincentivazione economica per chi usa l’auto, sul modello del road pricing di Londra e dell’ecopass milanese, reperendo così risorse da riutilizzare per il potenziamento del trasporto pubblico".