Confedilizia: “Basta con la litania delle tasse favorevoli alla crescita”

“Negli ultimi giorni, tre organizzazioni internazionali sono tornate ad occuparsi delle scelte di politica fiscale dell’Italia e a fornirci le loro ricette “per la crescita”. Da un lato è intervenuto il Fondo monetario internazionale, in un documento intitolato “Italia: verso una riforma fiscale favorevole alla crescita”. Dopo il consueto monito a spostare la tassazione dai “fattori produttivi” alla proprietà e ai consumi, i curatori del testo annotano fra l’altro che le tasse sulla proprietà (le nostre Imu e Tasi) “consentono di raccogliere significative entrate” (non ne dubitavamo) e aggiungono che, “per sfruttare completamente il potenziale delle tasse sulla proprietà, è essenziale riformare il sistema catastale e aggiornare i valori” (si sono lasciati scappare a cosa servono le riforme del catasto…)”. Lo scrive Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia.

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“Poi è stata la volta dell’Ocse, che in un rapporto dal titolo “Going for Growth 2018”, sollecita l’Italia a “spostare la tassazione verso la proprietà immobiliare attraverso la revisione dei valori catastali”. Qualche giorno prima era stata la Commissione Ue a reiterare l’invito a spostare (“shift”, la parola magica che accomuna tutti questi documenti) la tassazione sulla proprietà e sui consumi. Insomma, siamo alle solite. Ue, Fmi e Ocse, organizzazioni delle quali l’Italia fa parte (e che finanzia), insistono nel riproporre la tesi secondo la quale vi sarebbero alcune tasse favorevoli alla crescita ed esortano il nostro Paese ad aumentarle”.

“Si tratta di una tesi infondata, come evidenziano studi realizzati attraverso tecniche econometriche serie e come la realtà dei fatti si è incaricata di dimostrare. Che essa continui a essere riproposta è inaccettabile. Ma addirittura sconcertante è che il “consiglio” di tassare di più gli immobili venga dato ad un Paese, come è l’Italia, che negli ultimi anni ha subìto un aumento dell’imposizione patrimoniale sul mattone senza precedenti (dai 9 miliardi dell’Ici si è passati agli attuali 21 di Imu e Tasi) e che a causa di queste politiche scellerate ha pagato, oltre che con il crollo dei valori immobiliari, in termini di chiusura di imprese, perdita di posti di lavoro, caduta dei consumi. Il prossimo Parlamento se ne occuperà?”.