Ritorna in scena al Teatro Trieste 34 sabato 17 marzo alle ore 21 con una versione a 3 attori, lo spettacolo LA BUONA LUNA di Filippo Arcelloni. In scena oltre all’autore Filippo Arcelloni, Paolo Gogni e Beppe Parmigiani vincitori del contest #attoReperunanotte, spin off della campagna di crowdfunding #cambifacciaalteatro realizzata nel settembre de 2017 dal Teatro Trieste 34 di Piacenza.
Il testo dello spettacolo, originariamente scritto per un attore solo in scena, è stato opportunamente modificato durante le prove per poterlo calzare al meglio sui “caratteri” e “saperi teatrali” dei tre attori.
Racconto di-vino.
Il vino, una bevanda per dissetare, un alimento, un liquido da degustare, una bottiglia preziosa da regalare, un’essenza misteriosa che rinchiude nei profumi e nei sapori che la compongono la terra dove le radici della vite sprofondano. Una volta versato in un bicchiere, attraverso i suoi profumi, il gusto, il vino parla, racconta: ci parla del freddo, della pioggia, del sole, della vita.
Il vino nasce, prima di tutto nella Vigna, tra i filari dove è ancora la mano dell’uomo a governarla, dove è l’esperienza a decidere come e quando potare, come e quando spollonare il tronco, sfoltire le foglie, attaccare i tralci, trattare ed alla fine vendemmiare.
Il grappolo d’uva, prezioso generatore del liquido primario che una volta pigiato si affina lentamente in grossi tini d’acciaio, di cemento vetrificato o in preziose botti di legno. Alla fine la sua ultima casa la bottiglia.
L’uomo è intimamente legato a questo succo d’uva, impreziosito dalle fermentazioni nel tempo, il metronomo dei pasti e delle amicizie, valvola di sfogo dei nostri sogni, dilatatore del tempo quotidiano.
In scena un attore, una botte imbandita con salume, formaggio, pane, due bicchieri e una bottiglia di vino; ai due lati un leggio ed una chitarra. Dal momento della apertura della bottiglia il tempo quotidiano incomincia a retrocedere, per lasciare spazio ai sogni e alla memoria che il vino fa tornare a galla dal profondo dell’anima dell’uomo.
Incrociando l’amore per il vino con l’amore per una donna , il protagonista, mescola, in modo ironico, i due rapporti creando punti d’incontro e distanze, raccontando tradimenti e fallimenti distllati dal piacere di un buon bicchiere di vino.
Parlare del vino vuol dire anche sorridere, ricordare la prima volta che lo abbiamo gustato, giocare a descriverne il carattere, ricordare i brindisi, scherzare sulla vita degli astemi.
Uno spettacolo ironico e a volte serio, cercando di regalare al pubblico emozioni come quelle che solo il vino sa dare.