Primo stop alla riduzione delle vendite dopo 18 mesi. Gli esercizi al dettaglio in sede fissa dell’Emilia-Romagna realizzano un lieve aumento delle vendite a prezzi correnti (+0,1 per cento) nel quarto trimestre 2017 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo emerge dall’indagine congiunturale realizzata da Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna. L’inversione di tendenza in positivo delle vendite non si è riflessa nell’andamento del saldo tra le quote delle imprese che rilevano un aumento o una diminuzione tendenziale delle vendite che ritorna negativo scendendo da +2,0 a -1,8 punti. Analogamente, peggiorano leggermente i giudizi sull’eccedenza delle giacenze, il cui saldo sale a 10,8 da 5,7 punti percentuali. Anche a causa della stagionalità, le attese sono orientate verso una netta riduzione delle vendite nel primo trimestre 2018, tanto che il saldo tra le valutazioni delle imprese è sceso da +26,3 a quota -7,6 punti. Con riferimento al primo trimestre si tratta dell’aspettativa negativa più contenuta dal 2008.
Il 2017 si è chiuso con una leggera riduzione delle vendite dello 0,5 per cento, che segue l’analoga flessione dello 0,4 per cento del 2016.
Le tipologie del dettaglio. A determinare il segno positivo del trimestre sono state le vendite del dettaglio specializzato non alimentare, aumentate dello 0,5 per cento. Il dettaglio specializzato alimentare accusa ancora una flessione delle vendite dello 0,7 per cento e anche iper, super e grandi magazzini hanno confermato la tendenza negativa avviata nel trimestre precedente con una lieve flessione dello 0,3 per cento.
La dimensione delle imprese. Si attenua la correlazione tra l’andamento delle vendite e la dimensione aziendale. La tendenza è negativa per la piccola distribuzione, da 1 a 5 addetti (-0,3 per cento), mentre diviene positiva per le medie imprese, da 6 a 19 addetti (+0,2 per cento) e in misura leggermente più ampia per le imprese con 20 o più addetti (+0,5 per cento).
Il Registro delle imprese. Potrebbe terminare la fase di progressivo incremento della pressione sulla base imprenditoriale iniziata già nella seconda metà del 2016.
Alla fine del 2017 erano attive 45.667 imprese del dettaglio, con un calo dell’1,6 per cento (737 unità) rispetto a un anno prima. A livello nazionale la tendenza negativa è leggermente più contenuta (-1,1 per cento). L’andamento sfavorevole è determinato dall’ampia riduzione delle ditte individuali (-656 unità, -2,0 per cento), e da quella delle società di persone (-2,2 per cento, -222 unità), che risentono dell’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata, che determina la crescita delle società di capitale (+3,4 per cento, +147 unità).