Si barrica in casa con un coltello. I fatti sono accaduti questa mattina, 28 febbraio, in un’abitazione nella zona di via Rigolli. Un giovane di 20 anni era in casa insieme alla madre e ai nonni quando improvvisamente ha dato in escandescenze iniziando a urlare contro la propria famiglia. Al culmine dell’agitazione il giovane ha afferrato un coltello e dopo aver chiuso a chiave la porta di casa ha puntato la lama contro se stesso iniziando a pronunciare frasi del tipo “Voglio andare in ospedale ma non ci andrò con le mie gambe”. La mamma e i nonni sono riusciti a raggiungere un’altra stanza dell’abitazione, dotata di una porta di ingresso secondaria, e da lì hanno chiamato il 112.
Sul posto si sono precipitati i carabinieri del nucleo Radiomobile, della stazione Levante e della stazione Principale. Insieme a loro un’ambulanza del 118 e una pattuglia della polizia. Alla vista delle divise, il giovane si è agitato ancora di più, motivo per cui sul posto è stato richiesto l’intervento anche di una pattuglia in borghese dell’Aliquota Operativa, accompagnata dal comandante della compagnia Stefano Bezzeccheri.
I carabinieri hanno iniziato a dialogare con la madre attraverso la porta sul retro: la donna ha spiegato che il figlio continuava a chiedere con insistenza di vedere la fidanzata. Per cercare di riportare il giovane alla calma i militari hanno deciso così di chiamare la ragazza, giunta sul posto insieme al padre del 20enne, raggiunto telefonicamente sul luogo di lavoro.
Prima di lasciare entrare la fidanzata in casa, però, i carabinieri hanno chiesto al giovane di posare il coltello: il ragazzo ha ascoltato le raccomandazioni e ha consegnato l’arma alla madre. All’arrivo della compagna, però, la situazione non si è calmata e a quel punto il comandante Bezzeccheri ha deciso di entrare e bloccare il ragazzo ormai disarmato: insieme a un gruppo di carabinieri, a due agenti di polizia e al personale medico, il comandante ha avvicinato il giovane che però, di tutta risposta, ha afferrato una sedia minacciando forze dell’ordine e operatori sanitari. Sempre continuando a dialogare con lui, i militari sono riusciti a tranquillizzare il 20enne: “Non siamo qui per farti del male ma per aiutarti” e alla fine il ragazzo si è deciso a posare la sedia e a consegnarsi.
A quel punto i medici hanno somministrato un calmante al ragazzo che poi è stato condotto al pronto soccorso.