«La tangenziale di San Giorgio è la grande incompiuta». Risale infatti al 1998 la firma del Protocollo che intendeva sancire la riqualificazione di una tratta della S.P. 6 di Carpaneto . A distanza di 20 anni, Giancarlo Tagliaferri, Sindaco di San Giorgio e candidato di Fratelli d’Italia al Senato, torna a sostenere con forza le lamentele dei cittadini di San Polo e di San Giorgio Piacentino che vedono ancora una volta disattese le promesse degli esponenti del Governo centrale e locale.
«Le opere compiute sono poco più del 30% dell’intervento complessivo e l’ammaloramento di quanto già fatto – evidenzia Tagliaferri – non è più un rischio, ma una certezza. Oltre a ragioni di tipo ambientale e di maggior sicurezza viabilistica, è assolutamente indispensabile terminare velocemente l’opera al fine di attrarre investitori interessati alle aree militari di San Damiano, oggetto di riuso e poste in evidenza pubblica attraverso un concorso di idee che terminerà tra due mesi».
«Il Consiglio comunale di San Giorgio all’unanimità e successivamente il Consiglio provinciale su sollecitazione dei consiglieri di Fratelli d’Italia – osserva Tagliaferri – hanno approvato, agli inizi del 2017, due atti ufficiali volti a sollecitare il completamento della tangenziale e la realizzazione di un nuovo incrocio a Case Nuove. Detto svincolo è fondamentale per una corretta e sicura viabilità di collegamento con la realizzanda tangenziale in direzione di Piacenza e con la strada per Carpaneto, verso il casello di Fiorenzuola».
«Tra le promesse più titolate – denuncia l’esponente di Fratelli d’Italia – ricordo quella del ministro Del Rio che, nel novembre 2016 , aveva rassicurato i sindaci del territorio sulla imminente ripresa dei lavori. A seguire il sottosegretario De Micheli che nell’agosto del 2017 aveva ribadito che l’inizio sarebbe avvenuto entro la fine del 2017».
E ancora: «Non meglio ha fatto la vicepresidente della Provincia Calza in merito all’intervento sull’incrocio di Case Nuove, reinserito grazie alla nostra insistenza nel Programma Triennale delle Opere Pubbliche della Provincia. Un nuovo inserimento che prevede un costo di 900mila euro rispetto al progetto iniziale, cassato nel 2015 dalla stessa Calza, del costo di 800mila euro: come sempre Pantalone paga, in questo caso 100mila euro in più, per l’incapacità di una corretta programmazione».
«I cittadini – conclude Tagliaferri – sono stufi di essere presi in giro, stanchi di finte inaugurazioni e di inutili passerelle di sinistra; toccherà quindi ai parlamentari di Fratelli d’Italia dopo il 4 di marzo, accelerare i tempi e realizzare questi importanti e attesi interventi».