Disaccoppiamento totale subito. Occorre sfruttare immediatamente, sottolinea il presidente di Coldiretti Piacenza, Luigi Bisi, l’opportunità apertasi con l’health check sulla Pac, come invocano da tempo tutti i produttori, che ha dato facoltà ai Paesi membri di modificare il sistema del disaccoppiamento parziale, anche alla luce dei risultati della recente campagna di trasformazione del pomodoro da industria, nonché di fronte alle precise richieste avanzate in tal senso dalle recenti assemblee delle organizzazioni di prodotto.Ma bisogna, continua Bisi che la decisione italiana sia rapidissima perché va assunta entro il mese di dicembre, per questo sarà necessario che tutti facciano la loro parte per chiedere con forza la revisione di una norma che può solo contribuire a far aumentare le superfici coltivate e a destabilizzare il mercato. "E’ una scelta, commenta il direttore di Coldiretti Piacenza Giovanni Roncalli, improcrastinabile che avrebbe inoltre il merito di annullare tutti quegli ettari di pomodoro più o meno fasulli, messi in campo solo per coprire dei quantitativi spacciati per italiani, ma che tali non sono, eliminando nel contempo la caccia agli aiuti comunitari accoppiati, che hanno sempre falsato un mercato, tornato per fortuna favorevole, ed anche perché i produttori sono ormai abbastanza maturi per gestire da soli, o attraverso le loro organizzazioni, i mercati.E’, ribadisce Roncalli, l’unica strada percorribile, confermata e richiesta anche dalla recente assemblea di Ainpo, cosi come da tutte le cooperative di trasformazione e ora anche dalle Associazioni di categoria che in un primo tempo si erano mostrate contrarie. Richiesta sottolineata anche da tutti gli intervenuti nel recente convegno di Tomato World.Per la Piacenza, la coltivazione del pomodoro rappresenta la prima voce in termini di valore, facendone la provincia leader a livello nazionale. Si tratta di un patrimonio che è necessario preservare e stabilizzare evitando che questa coltura possa patire eccessi di produzione che certamente non gioverebbero a nessuno e, in questo senso, conclude Roncalli, la scelta del disaccoppiamento totale darebbe sicuramente maggiore stabilità anche in termini occupazionali.