Riceviamo e pubblichiamo il comunicato del centrodestra piacentino in vista della prossime elezioni. Dichiarazioni che giungono dopo l’evento del centrodestra che si è svolto ieri in Sant’Ilario a Piacenza con gli interventi dei candidati Tommaso Foti e Pietro Pisanti e del sindaco Patrizia Barbieri.
Centrodestra piacentino riunito, compatto e carico più che mai con buona pace di chi lo dava per diviso e indebolito da mesi di polemiche interne. «Chi si aspettava i franchi tiratori rimarrà deluso nel vedere una sala come quella di stasera». Le parole sono di Tommaso Foti di Fratelli d’Italia candidato alla Camera per per la coalizione di centrodestra, e la sala è l’auditorium Sant’Ilario di via Garibaldi, a Piacenza, che ieri sera ha ospitato l’evento congiunto che ha segnato l’ingresso ufficiale nella fase clou di questa campagna elettorale per le Politiche del 4 marzo; un auditorium gremito come poche volte: gente in piedi, sindaci e amministratori arrivati da tutto il territorio provinciale, militanti, simpatizzanti. Una serata nel segno dell’unione di intenti e di forze che, a detta di tutti i candidati e di tutti i partiti dello schieramento, è e sarà la strada giusta per «asfaltare il centrosinistra e mandarlo definitivamente a casa».
Sul tavolo dei relatori e tutto intorno a fare d’arredamento al salone strapieno, manifesti e bandiere della Lega Nord, di Fratelli d’Italia, di Forza Italia e di Noi con l’Italia. Ad aprire l’incontro pubblico è stata Patrizia Barbieri, sindaco di Piacenza, chiamata sul palco a sorpresa, senza che il suo intervento fosse programmato. Ma non si è certo fatta trovare impreparata: «Solo pochi mesi fa abbiamo vinto le elezioni amministrative dopo una campagna elettorale basata su quello che poteva sembrare uno slogan ma che per noi è molto di più e rappresenta il nostro impegno, e cioè “uniti si vince”». Barbieri parla di impegno basato sui valori; un impegno che oggi, in questa nuova campagna elettorale che deciderà le sorti politiche dell’Italia, è stato e sarà rinnovato grazie al coraggio dei candidati «di altissimo livello» che hanno scelto di mettersi in gioco «dimostrando uno spirito di servizio di cui noi tutti dobbiamo essere orgogliosi». Il sindaco parla della necessità di dare risposte ai cittadini su esigenze e temi di fondamentale importanza e quindi della necessità di votare «con convinzione» (concetto che ribadisce ripetutamente) per fare in modo di uscire dalla «palude in cui ci hanno lasciato anni di governo del centrosinistra».
«E’ importantissimo che tutti noi ci impegniamo a far eleggere i nostri candidati – ha proseguito – perché solo loro rappresentano il cambiamento. Dobbiamo staccare decisamente la sinistra, dobbiamo andare al Governo con una maggioranza schiacciante».
Dopo il sindaco Barbieri e dopo gli interventi di Jonathan Papamarenghi e di Fabio Callori, rispettivamente coordinatore provinciale e vice-coordinatore regionale di Forza Italia, hanno preso la parola uno ad uno i vari candidati. Giancarlo Tagliaferri, Francesca Gambarini, Romano Tribi ed Elena Murelli.
Clou della serata gli interventi di Tommaso Foti, candidato della coalizione all’uninominale per la Camera, e Pietro Pisani, candidato all’uninominale per il Senato.
Lungo e articolato il discorso di Foti (Fratelli d’Italia) aperto da un sentito omaggio al sindaco: «Il giorno dopo le elezioni – ha detto – Patrizia Barbieri era in Comune a lavorare. Nessuno di noi ha festeggiato, a parte, e credo legittimamente, la sera della vittoria. Non c’era niente da festeggiare: la sinistra ci ha lasciato una situazione disastrosa, una macchina comunale completamente a pezzi, e l’impegno per risollevare questa amministrazione è stato ed è tuttora enorme e totalizzante». Un impegno che Foti vorrebbe premiato da un risultato elettorale che non lasci spazio ai dubbi, alle polemiche, alle incertezze: «Dobbiamo spazzarli via, asfaltarli, mandarli a casa». E spara ancora più alto: «Dobbiamo superarli con un risultato a due cifre e, perché no, doppiarli». Impresa difficile ma non impossibile secondo il candidato alla Camera. Come difficile era la rinascita del centrodestra in una provincia come quella di Piacenza che fino a poco tempo fa era quasi totalmente rossa: «Sembrava impossibile che oggi comuni come Sarmato, Monticelli e, quando siamo partiti, nel ’94, addirittura Castelvetro che era ed è la Sesto San Giovanni emiliana, potessero essere governati dal centrodestra. Eppure è così». E via dicendo per la Valdarda, la Valtrebbia, la Valtidone. Successi che, secondo Foti, si basano sulla differenza fondamentale tra i due schieramenti: «Il centrosinistra parla, promette e non fa. Basti pensare alla famosa tangenziale di San Giorgio, inaugurata solo sui giornali e mai realizzata. Basti pensare alla Statale 45 con promesse di stanziamenti milionari mentre io non ho visto nemmeno un progetto. Noi diciamo e facciamo». Un esempio su tutti di cui Foti può parlare in prima persona: «In tanti oggi ospitano ministri e personalità illustri nella splendida ex chiesa dei Teatini – dice – ma se avviene questo è perché chi vi sta parlando ha portato i fondi necessari al consolidamento del tetto».
L’intervento, scandito da applausi, si snoda sui temi cruciali della campagna: l’economia e le tasse, con Renzi che sbandiera l’un per cento di pil in più rispetto allo scorso anno «dimenticandosi di dire che siamo sotto di 8 punti percentuali rispetto al resto d’Europa e che partiamo dal – 7 di quando è iniziata la crisi»; la proprietà privata e immobiliare da difendere dalla «visione bolscevica di una sinistra che la vede come il male» e da uno Stato che rapina i legittimi proprietari incassando 50 miliardi all’anno sulle loro spalle. Parla di immigrazione e sicurezza, con esempi virtuosi firmati centrodestra come i rapporti diplomatici tanto vituperati col colonnello libico Gheddafi «il quale però teneva sotto controllo le partenze, mentre ora, grazie anche a Napolitano, Gheddafi è stato ucciso col risultato che l’Africa si riversa in Italia». Esempi come l’operazione Strade sicure che è stata «a costo zero per l’Italia e ha portato i soldati nelle città rendendole più protette». Un esempio attuale? «Si provi a immaginare se sabato scorso ci fossero stati 20 o 25 militari della Folgore insieme agli otto carabinieri assaliti dai manifestanti violenti. Cosa sarebbe successo secondo voi? Dove li avremmo trovati Pallavicini e Rabbuffi?». E giù applausi. L’affondo finale è partito proprio dai disordini di sabato scorso durante il corteo pomeridiano “antifascista” promosso dagli autonomi di sinistra: «E’ vergognoso che il Pd abbia criticato il Comune di Piacenza il giorno dopo i disordini – sostiene Foti – Ma se ci si pensa bene è lo stesso Pd che per due volte ha governato questa città proprio grazie all’accordo con Carlo Pallavicini e Luigi Rabbuffi che sabato scorso erano in quel corteo. Mandiamoli a casa, alziamo le nostre bandiere, alziamo le nostre voci. Questa volta non li battiamo, li asfaltiamo».
Anche da Pietro Pisani (Lega Nord) parole durissime sul centrosinistra e i suoi governi, ma prima ancora sul fatto che gli italiani è da troppo tempo che non votano, che non possono scegliere da chi farsi governare: «Hanno messo dei tecnici a scegliere per noi, a decidere per noi – ha detto – ma a quanto pare non riuscivano nemmeno a compilare la loro dichiarazione dei redditi visto che si dimenticavano di inserire case in Svizzera». Ma non solo: questi tecnici hanno ridotto in povertà il Paese, dice Pisani: «La legge Fornero, che aboliremo come primo atto di governo, ha mandato in pensione persone senza fare i conti, senza sapere se potevano andarci. E oggi ci troviamo con gente senza lavoro e senza pensione, con anziani italiani che rovistano nei cassonetti della spazzatura per trovare da mangiare. Sono cose che gridano vendetta».
Anche da Pisani si alza poi il grido di battaglia sul fronte sicurezza e immigrazione incontrollata: «Chiuderemo i centri sociali – promette – che non sono altro che agglomerati di illegalità. Basta impunità, è così che si sta distruggendo l’Italia. Non è possibile che dopo i fatti di sabato, dopo che un carabiniere è stato malmenato e ferito da manifestanti di sinistra, il giorno dopo costoro vadano sui giornali dicendo anche che hanno ragione ragione». E ancora: «E’ inaccettabile che le cronache di questi giorni ci rivelino la presenza della mafia nigeriana che uccide la nostra gente e ci mangia il cuore. Capite? Ci mangiano il cuore. No, è troppo, ora basta. E’ ora di mandarli a casa, è ora di riprenderci il nostro Paese, è ora di andare al governo».