Corteo antifascista, chi difende le violenze: “Di fronte ai divieti ci siamo presi il centro della città”

Il corteo antifascista di sabato scorso, organizzato contro CasaPound, ha sollevato l’indignazione di tutto il mondo politico e di gran parte della collettività. Sdegno che si è sfogato anche sui social network. Le immagini del carabiniere isolato, accerchiato e aggredito dai manifestanti, ha suscitato le reazioni anche di numerosi movimenti di Sinistra che hanno condannato il gesto. Ma c’è chi pare difendere quanto accaduto, o almeno giustificarlo. Parliamo del movimento Controtendenza Piacenza, tra gli organizzatori della manifestazione di sabato pomeriggio. In un post pubblico su facebook intitolato “Nella gioia nella rabbia nel distruggere la gabbia” i militanti del gruppo spiegano le proprie ragioni.

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“A Piacenza 2.000 persone sono scese in piazza determinate per esprimere la rabbia dopo il primo attentato terroristico, per mano neofascista e leghista, a Macerata. Per dire che covi incubatori di quel tipo di violenza terrorista non sono bene accetti nella città medaglia d’oro per la Resistenza. Diciamolo chiaramente, gli schifosi j’accuse a firma PD e Lega sono dettati dalla paura: quella che abbiamo visto in piazza è stata una composizione quasi esclusivamente giovanile che ha conquistato sul campo la propria agibilità politica. Di quella compattezza dimostrata da tutti i presenti hanno paura quando ci attaccano. Di fronte ai divieti e alle prescrizioni, ci siamo prese tutte e tutti il centro della città. I pochi tafferugli che ne sono scaturiti e che la stampa scandalistica vorrebbe dipingere come scontri sono stati l’inevitabile conseguenza di un atteggiamento di diniego, proprio dopo il primo attentato terroristico degli ultimi 30 anni e mentre alle formazioni che ad esso hanno solidarizzato era stata concessa completa agibilità politica sia in città che altrove. Non accettiamo che sia ribaltata la frittata: la ragione sta tutta da una parte. Dei dettagli e delle polemiche avremo tempo di discutere in futuro”.

“Salutiamo con gioia la presenza di Ugo, storico partigiano che ha avuto il coraggio di mettersi in prima fila proprio mentre la questura cercava di impedire il raggiungimento di piazza Cavalli. Nelle sue parole abbiamo trovato il coraggio per non fermarci, nel suo ringraziamento dopo aver preso la piazza la conferma di essere nel giusto. Ci rivolgiamo alle centinaia di ragazzi piacentini fra i 30 e i 40 anni che abbiamo visto sfilare con noi e rivendicare ogni passo avanti. Da tanti anni non vi vedevamo in piazza: siamo felici di avervi trovato. Siamo felici delle vostre pacche sulle spalle a fine corteo. Non lasciateci soli nei nostri percorsi di resistenza alla mattanza sociale neoliberista: nello sport popolare, nella lotta davanti ai posti di lavoro….abbiamo bisogno di voi! In tanti ci avete detto che eravate entusiasti, bene…siateci! La vita è fatta per essere attiva e chi vi vuole sottomessi ha solo da guadagnare dal vostro disimpegno! Salutiamo con estrema gioia anche la presenza e la determinazione messa in campo dai facchini dei S.I.Cobas, consci della pericolosità dell’incedere del terrore stragista fascista. E infine vogliamo solidarizzare alla piazza tenutasi nella mattinata, alla quale abbiamo mandato una delegazione con un comunicato, e alle altre piazze di Macerata e Milano: una mobilitazione sorta in pochi giorni ma che ha chiarito senza mezzi termini, nella più ampia vastità di strumenti e di linguaggi, che per il razzismo e per il terrorismo non c’è posto nel nostro paese. Tanto meno a Piacenza”.

Un post al quale seguono commenti come: “Complimenti”, “Belli come il sole”, e altri commenti del tipo: “Bravi fatto bene anche perché loro non guardano in faccia nessuno”, “Incidente sul lavoro” che anche in assenza di riferimenti precisi paiono essere diretti al carabiniere accerchiato e ferito.

 

Condannano le violenze i militanti del partito Potere al Popolo che però specificano: “La logica di esaltazione dello scontro con le forze dell’ordine, che ha caratterizzato un paio di momenti della manifestazione pomeridiana di Piacenza e alcuni manifestanti, non è certo la nostra: pensiamo che il terreno su cui cui contrastare e poter sconfiggere efficacemente approcci repressivi, i rigurgiti e la legittimazione “democratica” dei neofascisti sia quello del conflitto sociale, delle lotte, delle pratiche sociali e politiche. Non certo quello “fisico”, che finisce per essere dannoso, caricaturale e per creare una barriera tra chi lo pratica e chi si sente altrettanto antifascista”.

“Sottolineiamo anche come la stessa manifestazione di sabato pomeriggio sia stata una manifestazione partecipata, che ha aggregato numerose organizzazioni e tante e tanti antifascisti. Ridurre la manifestazione pomeridiana a un pomeriggio in cui Piacenza sarebbe stata messa “a ferro e a fuoco” significa fare un piacere ai fascisti. Lavoriamo e lavoreremo per la prosecuzione della massima mobilitazione contro i fascisti e perché sia la più efficace possibile” così invece commenta il movimento Potere al Popolo”.