“Mai più fascismi” questo è lo slogan che ha accompagnato questa mattina, sabato 10 febbraio, il corteo contro l’apertura della sede di CasaPound a Piacenza. Un corteo che ha visto la partecipazione di movimenti politici, sindacati e associazioni: Anpi, Anpc, Arci, Cgil, Cisl, Uil, Auser, Atomo-Arcigay, Libera, Liberi e Uguali, Partito Democratico, Potere al Popolo, Uds Emilia-Romagna, Link, Acli Piacenza, Non Una di Meno.
I manifestanti hanno terminato il percorso davanti alla prefettura di Piacenza dove hanno consegnato un esposto per chiedere che: “Si applichino pienamente la XII Disposizione della Costituzione, la Legge Scelba e la Legge Mancino. Si vieti ai neofascisti di presentarsi alle elezioni e vengano sciolte le loro organizzazioni”.
Spiega Stefano Pronti, presidente provinciale di Anpi: “Oggi non manifestiamo solo contro CasaPound, ma contro un intorpidimento della coscienza democratica: noi vogliamo risvegliare quella coscienza civile che ha fatto dell’Italia un grande Paese. Vogliamo sollecitare le istituzioni a rispettare leggi che già ci sono, la legge Scelba e Mancino”.
Era la prima manifestazione di questa giornata. Questo pomeriggio infatti sfileranno le formazioni più radicali della sinistra piacentina, i sindacati USB e SI Cobas e le organizzazioni studentesche, ma secondo Pronti non si deve parlare di sinistra divisa: “Oggi non sfila la sinistra, oggi sfilano anche rappresentanti e cittadini di altre parti politiche che manifestano perché si sentono insidiati da un certo clima. Gli studenti hanno manifestato con noi questa mattina e manifesteranno anche nel pomeriggio, non si tratta di divisioni. Abiamo tutti un unico obiettivo”.