Coldiretti Donne Impresa, Francesca Bertoli Merelli confermata al timone

Francesca Bertoli Merelli è stata confermata alla guida di Coldiretti Donne Impresa di Piacenza. E’ stata rieletta questa mattina, mercoledì 31 gennaio, al termine del Forum provinciale del movimento femminile, convocato per il rinnovo delle cariche sociali per il quinquennio 2018/2023.

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Bertoli Merelli, piacentina, laureata in giurisprudenza, conduce un’azienda agricola ad indirizzo cerealicolo a Carpaneto e ricopre il ruolo di responsabile provinciale di Coldiretti Donne Impresa da dicembre 2016. “Sono entrata in Coldiretti e in generale nel settore agricolo da qualche anno e per me quest’incarico ha rappresentato e continua a rappresentare un’opportunità di crescita, permettendomi di mettere a frutto anche le mie esperienze lavorative precedenti.

Nei prossimi cinque anni intendo intensificare le occasioni di confronto con il movimento, puntare sulla formazione e sullo sviluppo di idee, anche sfruttando i momenti di confronto organizzati a livello nazionale, come il “Villaggio delle Idee” inaugurato a Milano lo scorso ottobre. Tra i progetti che stanno più a cuore a Coldiretti Donne Impresa, c’è sicuramente anche Educazione alla Campagna Amica, che ci porta nelle scuole ad incontrare le nuove generazioni e a parlare dell’importanza di una sana alimentazione e del rispetto per l’ambiente”.

Molto partecipata l’assemblea e il dibattito. A dare il benvenuto alle presenti sono stati il presidente di Coldiretti Piacenza Marco Crotti e il direttore Giovanni Luigi Cremonesi, che hanno ricordato le battaglie principali che l’associazione sta portando avanti, a cominciare da quella per l’estensione dell’etichettatura d’origine sui prodotti, con lo scopo di tutelare e valorizzare il made in Italy.

Crotti si è soffermato inoltre sugli accordi internazionali che trovano Coldiretti fortemente contraria: “Dopo il Ceta, l’ultima trattativa arrivata a minacciare l’agricoltura italiana – ha spiegato – è quella in corso con i paesi del mercato comune dell’America meridionale di cui fanno parte Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay (Mercosur). Sulle 291 denominazioni italiane Dop/Igp riconosciute dall’Unione Europea è stata proposta una lista di appena 57 tipicità da tutelare ma su 30 di queste sono state già presentate opposizioni,. Il risultato è che, di fatto, meno del 10% delle specialità Made in Italy sarà tutelato – continua Crotti -, assicurando così il benestare dell’Unione Europea alle imitazioni di tutti gli altri in una realtà dove la produzione locale del falso è già tra le più fiorenti del mondo”.

Al coordinamento provinciale di Coldiretti Donne Impresa è stata nominata Alessandra Lucchini dell’Ufficio Relazioni Esterne, che riceve il testimone da Enrica Corbellini, che dall’estate del 2017 è segretaria di zona a Bettola. “Questi cinque anni – ha commentato Corbellini – hanno rappresentato per me un’esperienza molto positiva. La presenza femminile nelle aziende agricole, soprattutto in quelle più innovative, è sempre più importante. Le donne sono molto attive negli agriturismi e nella vendita diretta e le iniziative organizzate dal Coordinamento Donne Impresa sono occasioni fondamentali di crescita e incontro”.

L’assemblea di questa mattina è servita anche all’elezione del coordinamento provinciale che sarà così composto: Francesca Bertoli Merelli, Giuseppina Braghieri, Loretta Casti, Susanna Fumi, Martina Gandolfi, Gloria Merli, Clara Meroni, Lucia Orefici e Silvia Scabini.

Secondo i dati forniti dalla Camera di Commercio di Piacenza, il cui ultimo report disponibile si riferisce al terzo trimestre del 2017, nel Piacentino le imprese femminili attive in agricoltura, silvicoltura e pesca sono 1.201, di cui la quasi totalità, 1.194, operano nella coltivazione e nella produzione di prodotti.

In Emilia Romagna le imprese rosa, al 31 dicembre del 2017, risultano il 21% del totale.

L’impegno delle donne della Coldiretti inizia nel 1953, quando il Movimento Femminile comincia ad intervenire su temi sociali come le pensioni, la scuola, le abitazioni e le infrastrutture del territorio rurale. Nel 1976 assume il carattere di movimento di categoria autogestito dalle imprenditrici agricole. Inizia ad occuparsi di temi professionali e sindacali, contribuendo al successo di alcune battaglie fondamentali, come quella per la parità dei componenti dell’impresa, quella per la tutela della maternità e quella per la legge sull’imprenditoria femminile e le politiche successive.