A teatro con mamma e papà: Il 21, 22 e 23 Gennaio “Mani in pasta” di Cà Luogo d’Arte

 

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Uno spettacolo che è anche un progetto di educazione alimentare. Si tratta di “Mani in pasta” di Cà Luogo d’Arte, in programma a Piacenza al Teatro Filodrammatici dal 21 al 23 gennaio per le Stagioni di Teatro Ragazzi 2017/2018 di Teatro Gioco Vita, curate da Simona Rossi e organizzate dal Centro di produzione teatrale diretto da Diego Maj con Fondazione Teatri e Comune di Piacenza, la collaborazione dell’Associazione Amici del Teatro Gioco Vita e il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano.

“Mani in pasta”, testo di Marina Allegri, regia di Maurizio Bercini, va in scena domenica 21 gennaio alle ore 16.30 per la rassegna di teatro famiglie “A teatro con mamma e papà”.

Lo spettacolo replicherà per le scuole dell’infanzia e primarie lunedì 22 e martedì 23 gennaio alle ore 9 e alle ore 10.45 nell’ambito di “Salt’in Banco”, XXXVIII Rassegna di Teatro Scuola.

A Dina piacciono le storie, le racconta da sempre. E alla fine che lavoro fa? La “contaDina”. Perché tutto quello che si mangia nelle storie lo prepara e lo coltiva lei: i piselli per la Principessa, la zucca per la carrozza di Cenerentola, l’albero di mele rosse varietà Biancaneve, le pere di Pinocchio, i fagioli magici di Giacomino, l’avena per la pappa dei tre orsi… E poi grano per la farina della focaccia da mettere nel cestino di Cappuccetto Rosso, per il pane di Pollicino e per l’Omino di Pan Pepato…

“Mani in pasta” parla di fiabe e parla di cibo per vivere, ed è una piccola proposta per educare a non spalancare la bocca ed ingurgitare senza pensare ma a scegliere quello che mangiamo.

“Io sto bene qui – sono le parole di Dina, la contadina che prepara i cibi per le fiabe – con quello che ho, non ho bisogno d’altro: ho l’acqua che scorre; il fuoco che non si spegne mai; l’aria per respirare. Il resto me lo dà la terra, io devo solo metterli insieme. Impastarli. E so bene che cosa faccio e so bene che cosa dico: dico farina ed è il fiore del mio grano, dico zucchero ed è il succo delle mie barbabietole, se dico burro è la panna del mio latte, se dico uova è il regalo della mia gallina l’acqua è quella del mio pozzo. E il resto è la danza delle mie mani, il mio respiro e le mie storie. E allora dentro ci impasto Biancaneve, Hansel e Gretel, la paura… Ci impasto il mio nome, quello della mia mamma, quello della mia nonna, ci impasto anche il tuo nome, il nome delle cose a cui voglio bene».

“Mani in pasta” nasce da un incontro: tra chi fa teatro e chi coltiva la terra. Si sono incontrati in campagna, tra i campi e le stalle: e lì è nata l’idea di parlare di cibo. Di parlarne con i propri figli, con i bambini e i ragazzi. L’agricoltore ha aperto la sua fattoria perché la gente di teatro trovasse tra le sue mucche, vicino ai fienili e in fondo all’orto una nuova storia da raccontare.