I ricercatori del paranormale di E.P.A.S. in azione a Villa Carenzi, nei pressi di Bobbio. L’indagine si è tenuta lo scorso 2 dicembre: indagine di tipo culturale, storico e scientifico condotta utilizzando strumentazioni tecniche e le capacità specifiche di un piccolo nucleo del team. Obiettivo ricercare eventuali anomalie o fornire una qualsiasi spiegazione agli accadimenti misteriosi, alle leggende e alle storie popolari che ammantano la struttura, sede di un ex colonia elioterapica fluviale, sita nei pressi della località Piancasale, frazioncina di pochi abitanti nel Comune di Bobbio (PC), conosciuta appunto come “Villa Carenzi”: costruita nel 1933 e donata (e inaugurata) il 4 settembre 1937 dal cavaliere Giuseppe Carenzi a tutta la comunità bobbiese e agli abitanti della Valtrebbia.
“Dai pochi documenti storici che possono essere reperiti in rete e presso biblioteche ed archivi non si evince molto di questa costruzione, né quando vi sia stato il passaggio effettivo a orfanotrofio, né tantomeno sulla sua reale fine – spiegano i membri di E.P.A.S. – due sono le storie che girano attorno ad essa: una vuole che in seguito ad alcuni bombardamenti durante la guerra siano periti i piccoli ospiti, un’altra vuole che una suora addetta alla sorveglianza dei bambini in preda ad un raptus di follia sia deceduta in un incendio trascinando tutte le persone e i giovani ospiti (per lo più orfani) della colonia verso un’orribile fine. Realtà, leggenda, fantasia: da questi fatti sono emerse diverse storie e noi dopo un anno e mezzo dalla prima visita abbiamo deciso di indagare e verificare se effettivamente fosse cambiato qualcosa rispetto alla ricerca precedente. Con il benestare e l’autorizzazione del sindaco Roberto Pasquali, dell’ufficio tecnico del Comune di Bobbio, delle forze dell’ordine locali, abbiamo condotto la ricerca adottando tutti i parametri di sicurezza necessari, essendo la struttura fatiscente. Con con i previsti DPI abbiamo iniziato verso le ore 15 del 2 dicembre per terminare alle 4 del giorno successivo, lavorando con una temperatura media di -2 gradi. Il Team E.P.A.S. Sezione di Piacenza, appartenente all’Istituto Nazionale di Studio e Ricerca dei Fenomeni Paranormali, ha effettuato l’indagine con tre soli membri presenti sul posto e precisamente il presidente Marcello Chichinato, Daniele Grilli (cameraman e vicepresidente), Marco Delli Bergoli, fotoreporter e ricercatore”.
“Durante l’indagine sono emersi diversi episodi atipici: non sono stati trascurati i minimi dettagli, le sensazioni sono state molto forti. L’indagine si è svolta sia presso la struttura principale (o meglio ciò che ne resta), presso una struttura di tipo rustico (che ad un primo esame potremmo ricondurre ad un refettorio anche se non possiamo esserne sicuri) e all’interno del bosco intorno ad esse. Sono avvenuti diversi episodi di distorsione del campo elettromagnetico, alcuni spiegabili e altri no, diversi scompensi alle batterie delle strumentazioni che nonostante fossero a piena carica si sono esaurite dopo pochi minuti di utilizzo: ben tre griglie laser, dopo alcuni minuti di utilizzo in punti ben precisi, oltre ad esaurire le batterie non sono state in grado di accendersi in alcun modo sino a quando non abbiamo cambiato zona di indagine, a quel punto hanno ripreso a funzionare e sono risultate con il tester a piena carica. Il tutto, ragionando razionalmente, potrebbe essere spiegato con la presenza di un forte campo elettromagnetico naturale, ma allora come mai non tutti gli strumenti sono impazziti? Senza contare gli sbalzi repentini di temperatura dai -2 ai +10/12 gradi centigradi, per poi abbassarsi sino ai -4, in alcuni punti anche all’aperto”.
“Dalle foto fatte analizzare da un laboratorio di analisi fotografica molto rinomato di Roma che utilizza macchinari specifici per questa tipologia di analisi, sono emerse diverse anomalie di difficile interpretazione: per esempio, si è spesso narrato di impronte di piccole mani simili a quelle di un bambino apparse sui vetri delle auto ferme nei pressi dell’omonima struttura; ebbene sui vetri della nostra vettura è apparsa un’impronta similare. Ovviamente mai dare nulla per scontato, potrebbe essersi appoggiato chiunque sul vetro, ma fra noi non vi era nessuno in grado di lasciarne una similare e la stranezza era interna alla macchina e non esterna”.
“Dal punto di vista audiometrico abbiamo effettuato diversi EVP (Electronic Voice Phenomena o più semplicemente ‘fenomeno delle voci elettroniche’ ossia una sorta di simulazione di contatto con presunte entità non conosciute) veramente interessanti. Più avanti sempre con il benestare del sindaco Pasquali vorremmo poter effettuare un interessante conferenza stampa aperta a chiunque voglia partecipare ad ingresso libero nell’omonimo paese dove mostreremo tutto il materiale analizzato. L’associazione E.P.A.S. e la relativa sezione di Piacenza, infatti, sono un gruppo di ricerca del mistero a 360°, si occupano di rivalutazione storico-culturale di luoghi e leggende e allo stesso tempo tentano di squarciare quel velo di ignoranza e falsità che avvolge l’ignoto e il paranormale. Il tutto attraverso ricerce serie e professionali: niente ghost hunter, ghostbusters, esoteristi o occultisti.
“In conclusione possiamo dire che effettivamente, all’interno di villa Carenzi, strani fenomeni anomali effettivamente si verificano, ma di natura benigna, identificabili come echi del passato, tracce residuali di energia, ombre anomale e quindi nulla di così negativo come alcuni hanno raccontato. All’interno ed all’esterno i segni del tempo hanno lasciato le proprie tracce, l’incuria, l’abbandono e i continui atti vandalici la fanno da padrone e diverse tracce fanno desumere che negli ultimi due anni siano stati effettuati degli pseudo riti di tipologia sconosciuta operati da chissà quale sciroccato o sbandato”.