L’Emilia-Romagna tra le prime regioni in Italia ad avere 3 aree interne finanziate. La Presidenza del Consiglio dei Ministri ha assegnato all’area dell’Appennino Piacentino-Parmense 3 milioni e 740mila euro nell’ambito della Strategia nazionale Aree Interne (SNAI), voluta dal Governo e affidata per l’attuazione all’Agenzia nazionale per la coesione territoriale, a cui si aggiungeranno altrettante risorse della Regione attraverso i programmi dei fondi strutturali europei per combattere lo spopolamento e fare sviluppo locale.
Dopo l’Appennino Emiliano, finanziato nel 2015 e che sta per sottoscrivere l’accordo di programma quadro per circa 28 milioni di euro di cui 17 circa di fonte regionale, e il Basso Ferrarese, finanziato nel 2016, è ora la volta dell’Appennino Piacentino-Parmense. Una parte delle risorse statali per le aree interne, derivanti dalla legge di stabilità 2015-17, è rimasta disponibile ed è stata assegnata all’area interna che per prima ha presentato il documento preliminare della strategia da adottare.
“Con l’assegnazione delle risorse da parte del Consiglio dei Ministri è stato premiato il lavoro congiunto dell’Appennino Piacentino-Parmense e della Regione Emilia-Romagna per consegnare nei tempi previsti il preliminare di strategia – spiega l’assessore regionale al Coordinamento delle politiche europee allo sviluppo, Patrizio Bianchi-. Questa attività contribuisce ad attuare sia il disegno di programmazione territoriale della Regione che dedica politiche e strumenti all’Appennino, che l’obiettivo della piena e buona occupazione previsto dal Patto per il Lavoro”.
L’area, composta da un totale di 29 comuni e oltre 56mila abitanti, interessa principalmente le Valli Taro e Ceno, l’Alta Val d‘Arda e l’Alta Val Nure. Idea guida della strategia per lo sviluppo locale è il progetto “Appennino smart” che prevede, attraverso l’impiego intenso e diffuso delle nuove tecnologie, una maggiore condivisione delle risorse pubbliche, la collaborazione tra le imprese del territorio, più servizi per gli anziani, per l’istruzione e la formazione e per la mobilità.
Le azioni previste in sinergia con le politiche regionali
Fra gli interventi previsti nell’arco temporale 2018-2020, figura una forte azione nell’ambito dei servizi socio-sanitari per gli anziani. Verrà introdotta la figura dell’infermiere di comunità, saranno riorganizzate le procedure di emergenza, oltre che le residenze per anziani e l’housing sociale.
Per quanto riguarda l’istruzione e la formazione, il progetto prevede il potenziamento dei servizi extra-scolastici, per permettere la conciliazione dei tempi lavorativi ai genitori. Saranno inoltre realizzate iniziative di didattica innovativa e di incremento delle competenze digitali, con la creazione di un polo tecnico professionale sulla gestione del rapporto tra pratiche zootecniche e agroforestali, biodiversità e difesa del suolo, turismo ambientale e rurale, gestione integrata del territorio.
Nell’ambito della mobilità il progetto prevede bus intelligenti e flessibili che rispondano alle esigenze delle fasce più deboli della società. Per incentivare lo sviluppo locale, si sono elaborati modelli innovativi di gestione del patrimonio forestale e di valorizzazione dei boschi, prevedendo la creazione di una rete di itinerari di trekking e cicloturismo, la copertura con banda ultra larga e connessione wifi gratuita nei luoghi più frequentati, lo sviluppo di servizi didattici e ricreativi da parte delle aziende agricole e la creazione di cooperative di comunità per i servizi locali.
Infine sono previsti interventi di consolidamento dell’associazionismo istituzionale a livello locale, e anche nel campo della protezione civile con azioni di prevenzione e allerta.
L’area interessata
L’Area interna Appennino Piacentino-Parmense è formata da 13 comuni nell’area ristretta del progetto (Bettola, Farini, Ferriere, Morfasso, Ponte dell’Olio, Vernasca in provincia di Piacenza; Terenzo, Tornolo, Varsi, Bardi, Bore, Pellegrino Parmense, Varano de’ Melegari in provincia di Parma), cinque dei quali classificati come periferici (Bardi, Farini, Ferriere, Pellegrino Parmense, Varsi), e da ben 16 comuni nella più ampia area interessata dalla strategia.
La popolazione residente nell’area ristretta è di 23.181 abitanti (gennaio 2017). Il comune più popoloso è Ponte dell’Olio con 4.742 residenti, quello meno popoloso Bore, con 726 abitanti.
L’area più ampia della strategia include 16 comuni per un totale di 33.084 abitanti: i comuni del fondovalle piacentino Lugagnano e Castell’Arquato, afferenti alla Val d’Arda; i comuni di Bedonia, Compiano, Albareto, Valmozzola, Solignano ed il polo intercomunale di Borgotaro, nelle Valli del Taro e del Ceno; i comuni della Val Trebbia (Piozzano, Travo, Bobbio, Coli, Corte Brugnatella, Zerba, Ottone, Cerignale) laterali alla Val Nure e confinanti con le aree interne dell’Appennino Lombardo e dell’Antola Tigullio, la maggior parte dei quali periferici ed ultra-periferici.
Le aree interne
Rappresentano una parte ampia del Paese – circa tre quinti del territorio e poco meno di un quarto della popolazione – assai diversificata al proprio interno, distante da grandi centri abitati e con traiettorie di sviluppo instabili ma dotate di risorse che mancano alle aree centrali, con problemi demografici ma anche con un forte potenziale di attrazione. Il Governo con il Piano nazionale di riforma ha adottato questa strategia per contrastare la caduta demografica e rilanciare lo sviluppo e i servizi di queste zone, mettendo a disposizione fondi ordinari della legge di stabilità e fondi comunitari. L’Agenzia nazionale per la coesione territoriale è il soggetto responsabile dell’attuazione. L’Emilia-Romagna nell’ambito della Strategia nazionale ha individuato quattro aree interne, oltre all’Appennino Emiliano, il Basso Ferrarese, l’Appennino Piacentino Parmense e l’Alta Valmarecchia.