Le malattie polmonari croniche (come asma e broncopneumopatia cronica ostruttiva) rivestono un ruolo di primo piano per diffusione e frequenza, con notevole impatto sui costi della salute pubblica. Patologie infettive come la tubercolosi sono in continuo aumento. Il tumore al polmone rimane al primo posto come causa di morte oncologica per l’uomo, al terzo per la donna. Questo scenario di vera e propria emergenza cronica respiratoria si scontra con una riduzione di posti letto di Pneumologia, passati in Italia da 7444 nel 1997 a 3449 nel 2013) e con una netta riduzione di scuole di specializzazione per i giovani in questa disciplina. Nel contempo, l’evoluzione della tecnologia e lo sviluppo di nuovi farmaci, device e terapia in associazione potenziano sempre di più le armi a disposizione per combattere le patologie respiratorie. L’organizzazione sanitaria evolve verso il modello dell’intensità di cura, portando a un decentramento degli pneumologi: i giovani si ritrovano spesso in svariate situazioni lavorative, dall’unità operativa complessa dedicata al reparto di medicina, dal servizio territoriale al pronto soccorso.
Quale futuro attende le nuove generazioni di specialisti? A questi temi così delicati è dedicato il settimo convegno regionale dei Giovani pneumologi di Aipo, l’associazione che raccoglie gli specialisti ospedalieri: l’evento scientifico, in programma a Parma il 1 dicembre, vedrà la regia del primario piacentino Cosimo Franco, che è presidente regionale della società scientifica. Sarà proprio lui a introdurre i lavori della mattinata, ponendo sul tavolo tutte le questioni aperte. “Il convegno ospiterà anche i manager della sanità, tra i quali il nostro direttore generale Luca Baldino e, soprattutto, l’assessore regionale alla Salute Sergio Venturi”. Ci sarà quindi l’occasione – evidenzia il dottor Franco – di creare le basi per una strategia che veda coinvolti tutti i centri, ospedalieri e universitari, per dare risposte unitarie ai problemi di salute della popolazione dell’Emilia Romagna. Tra l’altro, aggiunge il primario piacentino, la nostra regione corrisponde geograficamente alla Pianura Padana, uno dei distretti più inquinati di tutto il continente europeo. “Il nostro obiettivo è quello di arrivare a elaborare un protocollo di riorganizzazione delle strutture pneumologiche della Regione”.
cSul fronte dei giovani, Piacenza svolge invece un ruolo essenziale per la formazione: “Il nostro ospedale è convenzionato con la Scuola di Specializzazione di Malattie dell’apparato respiratorio dell’Università di Parma”. Ospitiamo costantemente, a rotazione, un giovane specializzando. “Al convegno del 1 dicembre porteremo anche una relazione, esposta dalla dottoressa Sara Chiesa, una dei giovani collaboratori del nostro reparto”. La Pneumologia di Piacenza tratta infatti quotidianamente i più importanti casi di problematiche respiratorie dei pazienti del territorio.