Cassa integrazione alla Gardesa, Rancan e Foti: “I lavoratori hanno bisogno di essere ascoltati”

Una ristrutturazione produttiva con l’inserimento di macchine automatiche “al posto degli operai”, che comporta la cassa integrazione straordinaria per 80 dipendenti su 85 secondo l’azienda, e una dozzina di esuberi secondo altre fonti citate in aula dal consigliere della Lega Matteo Rancan. E’ questo il nodo di un question time del leghista e di Tommaso Foti (Fdi-An) nel quale i due consiglieri denunciano la situazione della Gardesa Assa Abloy, un’impresa di Cortemaggiore (Piacenza) che produce porte blindate. Rancan ha parlato di “sette operai in meno” per ogni nuova macchina introdotta, e di riassunzioni di tre persone da parte di cooperative sociali.

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“C’è qualcosa di illogico in tutto questo”, ha chiosato l’esponente del Carroccio. L’assessore Costi in replica ha ricordato che la procedura si è aperta il 20 novembre scorso al centro per l’impiego di Piacenza, con la firma di un verbale congiunto tra azienda, i sindacati Fim Cisl e Fiom Cgil e le Rsu dell’azienda. La richiesta della Gardesa riguarda fino al 22 maggio 2018 la cassa integrazione per ristrutturazione produttiva a seguito della scelta di investire 700 mila euro “per semplificare ed efficientare i processi”. Del verbale fa parte anche la possibilità per i lavoratori di aderire a licenziamenti con incentivi. La Regione, ha concluso l’assessore alle attività produttive, segue e monitora la vertenza, “ma nel rispetto di ruoli e competenze delle parti in causa”. Un argomento che non ha convinto Rancan. “Ci sarà anche questo accordo, ma i lavoratori a Libertà del 22 novembre dichiarano di sentirsi completamente abbandonati. Seguiamo pure i tavoli, ma i dipendenti hanno bisogno di essere ascoltati”.