Laureato (e diplomato), tra i 35 e i 54 anni, occupato nei servizi, in professioni prevalentemente di tipo specialistico e amministrativo (attività ad alta/media qualificazione e lavoro d’ufficio): è questo l’identikit del pendolare piacentino che lavora fuori provincia rilevato dall’ultimo censimento, e che si può desumere dai dati pubblicati nel report elaborato dall’Amministrazione Provinciale per Piacenz@ Economia, Lavoro e Società e presentato oggi all’Università Cattolica di Piacenza.
Il documento, realizzato in due versioni, una di sintesi ed una integrale, approfondisce in particolare le caratteristiche dei pendolari extra-provinciali per motivi di lavoro in ingresso e in uscita dai nostri confini. Grazie ai microdati dell’ISTAT, estratti ed elaborati ad hoc, è stato infatti possibile descrivere alcuni importanti aspetti qualitativi (quali il genere, l’età, il titolo di studio, la professione, il settore di appartenenza, il lavoro dipendente o indipendente, i mezzi di trasporto utilizzati), declinati anche rispetto alle principali aree di origine/destinazione (Milano, Lodi, Parma, Cremona, Pavia), dei pendolari in questione, e come questi aspetti sono variati nel tempo, mettendo a confronto i risultati del censimento 2011 con quelli del censimento 2001.
Queste le principali differenze tra i pendolari che entrano ogni giorno per lavoro nella nostra provincia, e i pendolari residenti che all’opposto lavorano al di fuori del territorio piacentino:
in relazione al titolo di studio, i pendolari in uscita dalla provincia di Piacenza hanno mediamente un livello di istruzione più elevato rispetto a quelli in entrata.
il 30% dei pendolari in uscita è laureato, contro il 17% di quelli in entrata, mentre i lavoratori pendolari con titolo fino alla licenza media sono nel primo caso il 23%, nel secondo il 36%;
a maggiori livelli di istruzione tra i pendolari in uscita corrisponde una maggior presenza femminile in complesso, che è, infatti, di quasi il 40%, contro poco più del 30% tra i pendolari in entrata;
a livello di posizione professionale, se le figure operaie (tipicamente maschili) sono prevalenti tra i pendolari in ingresso (44% contro 30% di quelli in uscita), i profili e le attività di medio-alta qualificazione e specializzazione, e il lavoro di ufficio, caratterizzano invece maggiormente i pendolari in uscita (49%, contro 38% dei pendolari in entrata);
queste evidenze sono coerenti anche con le diverse specificazioni di tipo settoriale: i pendolari in uscita sono infatti in gran parte occupati nel terziario avanzato (o “altri servizi”: 47% contro il 35% di quelli in entrata), quando i pendolari in ingresso – date le caratteristiche dell’economia piacentina – trovano al contrario comparativamente più occupazione sul nostro territorio nell’industria, nell’edilizia, nel commercio e nella logistica;
differente è infine la connotazione dei due flussi pendolari rispetto all’utilizzo del mezzo di trasporto per raggiungere il luogo di lavoro, data la maggior incidenza tra i pendolari residenti in uscita dei mezzi di trasporto collettivi (quasi il 17%, contro il 6% dei pendolari in entrata), col treno in particolare usato dal 12% (contro il 3%).
Sostanzialmente analoghe invece risultano le distribuzioni all’ultimo censimento dei due diversi gruppi di pendolari per quanto riguarda le classi di età (il 60% circa appartiene in entrambi i casi alla fascia da 35 a 54 anni, mentre sono il 30% circa i pendolari più giovani – fino a 34 anni, ed il 10% quelli più vecchi, oltre 55 anni), e la distinzione tra occupati con un lavoro dipendente (84% circa) e indipendente (lavoratori autonomi, imprenditori e professionisti: 16%).