Rinnovata la Lungodegenza della casa di cura Sant’Antonino, investimento da due milioni di euro

Inaugurati questa mattina i due piani di Lungodegenza della Casa di Cura privata S. Antonino. Si tratta di 80 posti letto dedicati a pazienti che necessitano di riabilitazione post chirurgica o che proseguono il loro percorso assistenziale in lungodegenza.

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“Il nostro obiettivo – evidenzia il professor Mario Sanna – è quello di offrire alla comunità un servizio sanitario di qualità, garantendo la continuità assistenziale dei pazienti dimessi dagli ospedali”.

L’assistenza ai pazienti lungodegenti si svolge infatti in convenzione con l’Azienda Usl di Piacenza, assicurando alla cittadinanza un servizio di qualità in linea con i requisiti previsti dell’autorizzazione sanitaria e dell’accreditamento regionale.

“In questi mesi – prosegue – abbiamo lavorato per migliorare il confort alberghiero e riorganizzare il personale: tutto al fine di rendere la Casa di Cura privata S. Antonino Srl una struttura d’eccellenza, un polo riabilitativo dotato anche di questi servizi indispensabili a supporto del paziente, come apparecchiature all’avanguardia per la diagnostica, palestre riabilitative e aree ricreative”.

Gli ingenti lavori sono durati circa 5 mesi: la proprietà ha investito nel progetto altre 2 milioni di euro. Le stanze sono a uno, due o tre posti letto, dotate di bagno dedicato utilizzabile anche da disabile in carrozzina. I riscontri dell’utenza, nei primi giorni dell’apertura degli ambienti, sono stati molto soddisfacenti.

“Si tratta di un intervento importante – fa notare il direttore generale Ausl Luca Baldino – che permette di migliorare la qualità alberghiera della nostra offerta sanitaria provinciale. Abbiamo lavorato insieme alla Casa di Cura privata S.Antonino per far sì che questi 80 posti letto fossero in linea con gli standard previsti dall’accreditamento regionale e fornissero ai nostri pazienti la garanzia di una continuità assistenziale dopo la dimissione ospedaliera”.

Parole di apprezzamento arrivano dai consiglieri piacentini Katia Tarasconi e Gian Luigi Molinari (Pd) per l’opera di riqualificazione della Casa di cura S. Antonino: “Finalmente è stato avviato l’iter per potenziare la lungodegenza, così come era stato chiesto da tempo; è stato svolto un ottimo lavoro di riqualificazione nei locali di viale Malta e ora – sottolineano – bisognerebbe puntare sulla qualità del servizio”.

“Bene gli 80 posti letto – osservano quindi i consiglieri Dem – dedicati alla riabilitazione post chirurgica e a percorsi assistenziali specifici in convenzione con la Ausl; a questo sarebbe auspicabile allineare anche un servizio potenziato di lungodegenza pubblica”. Non è la prima volta che i consiglieri parlano di questa esigenza che coinvolge in particolar modo Piacenza. “A riportare alla nostra attenzione questo problema, che si presenta da molto tempo, – puntualizzano Tarasconi e Molinari – erano stati i medici e il personale sanitario durante gli incontri che avevamo promosso in Provincia nella primavera scorsa, per metterci in ascolto delle varie istanze della sanità piacentina; attualmente, infatti, è ancora in corso in Regione l’iter sulla riorganizzazione ospedaliera”.
Sono sempre più numerose le persone che hanno bisogno di un prolungamento dell’intervento assistenziale in struttura perché, una volta conclusa la fase acuta del ricovero, hanno una situazione funzionale ancora compromessa. Questo discorso, secondo i consiglieri dem, è strettamente correlato al progressivo aumento della popolazione anziana particolarmente bisognosa di questo servizio: “teniamo conto che Piacenza è una tra le province a più alta percentuale di over 65 ed è questa la fascia di utenti che più necessita della lungodegenza”.
“Avremmo l’opportunità di risolvere il problema della lungodegenza pubblica con la costruzione del nuovo ospedale: solo con una struttura idonea saremmo in grado di offrire un servizio adeguato a una popolazione anziana che aumenta di anno in anno – osservano Tarasconi e Molinari. Non è rimasto molto tempo a disposizione per avanzare una proposta condivisa, anche attraverso un confronto collaborativo nel quale siamo disposti a intervenire per fare la nostra parte. Ribadiamo quanto sarebbe importante per tutto il nostro territorio cogliere questa occasione per fare un salto di qualità”.