Dentro la sera, Pietro Galizzi in concerto per Oltre L’Autismo – onlus in programma sabato 4 Novembre alle ore 21,00 c/o Salone degli arazzi – Galleria Alberoni – via Emilia Parmense 67
Con la partecipazione di:
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Elisabetta Fanzini, violino • Lorenzo Frigerio, chitarre
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Michela Martelli, voce • Stefano Solari, sax e clarinetto
Il concerto rientra nel programma della mostra fotografica ATTRAVERSO dedicata alla Croce di Lampedusa
attraverso.
SABATO 4 NOVEMBRE 2017 si terranno due eventi collaterali alla mostra “Attraverso. La Croce di Lampedusa racconta Piacenza attraverso lo sguardo di nove fotografi”.
Il primo intitolato Attraverso il mare è programmato per la mattinata con inizio alle ore 10 ed è dedicato al tema delle migrazioni con l’intervento di un testimone straordinario qual è Pietro Bartolo, Medico di Lampedusa e autore del libro Lacrime di sale, che interverrà alla Galleria Alberoni insieme a Lorenzo Bianchi, giornalista e inviato nelle zone di guerra, Benedetta Capelli, Medici senza Frontiere, impegnata nel soccorso ai profughi nel Mare Mediterraneo e Giangiacomo Schiavi, giornalista ed editorialista del Corriere della Sera che modererà l’incontro. Di questa iniziativa si è già detto in uno specifico comunicato stampa.
La giornata di sabato 4 novembre risulta particolarmente importante anche perché nella serata si terrà il sesto evento collaterale alla mostra intitolato Attraverso la musica con il concerto di Pietro Galizzi che presenterà il suo album per pianoforte “Dentro la sera”, pubblicato da Smilax Publishing (giugno 2017), e prodotto da Mario Fargetta.
Pietro Galizzi, avvocato, piacentino di origine, oggi residente a Milano, pianista e compositore, torna nella sua città per presentare l’album per solo pianoforte pubblicato e distribuito in tutta Italia e per l’occasione coinvolge in un concerto, davvero da non perdere, alcuni musicisti che con lui avevano dato vita al Pietro Galizzi Ensemble, gruppo musicale molto noto in città e attivo numerosi anni fa.
Sabato sera sul palco della Sala degli Arazzi lo affiancheranno infatti Elisabetta Fanzini al violino, Lorenzo Frigerio alle chitarre, Michela Martelli, voce e Stefano Solari al sax e clarinetto.
Musica e beneficenza
A rendere ancora più speciale la serata è il fine benefico del concerto.
Le offerte raccolte saranno infatti destinate all’Associazione Oltre l’autismo onlus. Il ricavato servirà a sostenere i progetti in corso dell’Associazione che deve sostenere costi elevati, per esempio per poter garantire la costante presenza di educatori al fianco dei ragazzi
Pietro Galizzi, il pianoforte e la mostra “Attraverso”
Durante il concerto le musiche composte da Pietro Galizzi dialogheranno con le immagini della mostra Attraverso che saranno, nel corso dell’esecuzione di un brano, proiettate in Sala.
Le musiche di Galizzi, certamente melodiche, ma notevolmente strutturate, aiuteranno a vedere, leggere e rileggere i ritratti della Croce di Lampedusa e della città di Piacenza, esposti in mostra.
la mostra Attraverso visitabile gratuitamente prima e dopo il concerto
In occasione del concerto di Pietro Galizzi la mostra fotografica Attraverso, allestita nelle sale adiacenti la Sala Arazzi, sarà visitabile gratuitamente dalle ore 20 fino all’inizio del concerto e al termine di quest’ultimo.
Pietro Galizzi pianista compositore e avvocato
Piacentino d’origine, vive oggi a Milano. Sposato, con due figli, è responsabile dell’Ufficio Legale e regolatorio di Eni Gas Luce. E’ comunque legato a Piacenza poiché fa parte del Consiglio Generale della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Da sempre appassionato di musica ha studiato Organistica e Composizione al Conservatorio Nicolini di Piacenza e per molti anni si è dedicato all’attività concertistica, vissuta sempre non come professione e in vari gruppi musicali. Molto nota l’esperienza del Pietro Galizzi Ensemble, particolarmente apprezzato in città e del quale facevano parte numerosi qualificati musicisti, alcuni dei quali saranno ospiti speciali al concerto di sabato 4 novembre. Terminati gli studi in Giurisprudenza, gli impegni professionali e la famiglia lo hanno portato a mettere tra parentesi, per alcuni anni, la passione per la musica, il pianoforte e la composizione. L’acquisto di un pianoforte a mezza coda lo ha indotto recentemente a riprendere la frequentazione con la musica e la composizione. Galizzi compone la sera quando i bambini dormono. ’incontro con Mario Fargetta, il noto dj, ha concretizzato la possibilità di realizzare un album che raccogliesse i brani più recenti. E’ stato lo stesso Fargetta a proporne la registrazione e la produzione al pianista piacentino. L’album è stato prima reso disponibile in formato digitale e poi stampato e distribuito nelle edicole di tutta Italia. E’ ora in corso la progettazione della promozione.
Un concerto e un progetto di aiuto
Il concerto intende raccogliere offerte a favore dell’Associazione Oltre l’autismo onlus L’Associazione “OLTRE L’AUTISMO” nasce nel maggio 2003 da un gruppo genitori che desidera far conoscere questa sindrome e si pone, come finalità, il miglioramento della qualità di vita delle persone con autismo e patologie correlate.
L’Associazione realizza le seguenti iniziative:
- Punto di counseling e promozione del confronto mediante incontri fra genitori (gruppo di auto-mutuo aiuto),
- Supporto alle famiglie per gestire la continuità dei percorsi abilitativi intrapresi in altri contesti.
- Organizzazione di spazi e locali idonei e promozione di progetti in collaborazione con tutti i soggetti coinvolti nel processo di integrazione-riabilitazione dei ragazzi autistici.
- Organizzazione di corsi di formazione per volontari e genitori.
- Convegni, seminari, tavoli tematici.
- Punto di informazione su tutte le iniziative in atto sul territorio provinciale e nazionale.
- Sostegno informativo sui percorsi di cura e sui servizi esistenti sul territorio.
L’Opera Pia Alberoni è da anni al fianco dell’Associazione nel sostegno dei progetti di quest’ultima
La Casa della vita è un significativo progetto che vede Opera Pia Alberoni ancora a sostegno dell’Associazione. La Fondazione sarebbe infatti disponibile a donare un terreno nella zona di San Lazzaro per la costruzione di una struttura che possa accogliere e ospitare i ragazzi con maggiori problemi e quelli che non possono trovare sufficiente sostegno in famiglia magari per l’avanzata età dei genitori. E’ in corso uno studio congiunto del progetto con Comune di Piacenza e Ausl. La serata concerto di sabato 4 novembre vuole dare un piccolo aiuto anche a questo progetto.
DENTRO LA MOSTRA
ATTRAVERSO è una emozionante mostra fotografica evento, che presenta circa 50 immagini, stampate in alta qualità, in un viaggio attraverso la Croce di Lampedusa e la città di Piacenza, suddiviso in tre sezioni. La mostra si propone di collegare Piacenza e il mondo. Se da un lato infatti ogni fotografia ritraendo la Croce di Lampedusa evoca la situazione attuale del mondo, nella quale oltre 65 milioni di persone, un numero senza precedenti, sono state costrette a fuggire dal proprio Paese, dall’altro ogni immagine svela un luogo importante della nostra città, carico di storia, di cultura, di spiritualità e di impegno nella cura e nel riscatto dell’uomo e delle sue fragilità.
Il percorso di mostra si presenta come un viaggio nel dramma dei migranti raccontato dai legni consunti della Croce di Lampedusa, ma anche come un cammino attraverso la storia e l’attualità di Piacenza. L’itinerario vuole infatti raccontare Piacenza attraverso la Croce di Lampedusa. La mostra, oltre alle fotografie esposte, propone anche ingrandimenti di alcune foto ritenute particolarmente simboliche.
- SEZIONE – Attraverso il sacro
Monastero delle Carmelitane Scalze di San Lazzaro
Situato a Piacenza, in Via Spinazzi, è intitolato a “San Giuseppe e Santa Teresa” e in esso la comunità si è trasferita il 22 aprile 1964, da un precedente monastero che si trovava sullo stradone Farnese.
Il complesso è disposto a quadrilatero attorno a un chiostro che, seppure con linee moderne, richiama la tradizionale struttura monastica. Al fianco dell’ingresso si trova la chiesa improntata a una estrema semplicità, ma con alcune importanti opere, come i dipinti del Solimena raffiguranti la Madonna e santa Teresa d’Avila e un crocifisso di un anonimo scultore del Seicento. Le suore vivono in clausura secondo la regola di Santa Teresa di Gesù, ma la chiesa è aperta al culto e il monastero ospita incontri di preghiera.
Uno di questi incontri spirituali ha visto la Croce di Lampedusa entrare con il suo carico di dolore e speranza tra le mura del Monastero, abbracciata da una comunità orante, fotografata da Angelo Bardini.
La Chiesa di San Donnino
Fu fondata nel IX secolo, in una zona a forte concentrazione di parrocchie, a contatto con la Francigena e nei pressi della via che conduceva alla Val Trebbia. Come testimonia una lapide conservata nella stessa, è stata consacrata nel 1236 dal cardinale piacentino Jacopo da Pecorara, maestro di Tedaldo Visconti, il futuro papa Gregorio X. L’impianto planimetrico è a tre navate ma ben poco resta delle murature originali. L’attuale facciata, realizzata in stile lombardo da Camillo Guidotti, risale al 1889, il portale è ornato con le scene del martirio di S. Donnino, titolare della cattedrale di Fidenza. La chiesa ospita l’adorazione eucaristica continua del Santissimo Sacramento. La Croce di Lampedusa ha sostato in essa dialogando con lo splendido crocifisso in bronzo realizzato dallo scultore piacentino Giorgio Groppi nel 1982, ritratta da Roberto Ricci ed Ezio Molinari.
Basilica di Sant’Antonino
Quale che fosse il suo ruolo originario, cattedrale o chiesa cimiteriale, è indubbio che la chiesa di Sant’Antonino abbia giocato un ruolo fondamentale nella storia della città. In essa venne firmata la pace di Costanza, tra Federico Barbarossa e i comuni della Lega Lombarda, dal suo capitolo proveniva Tedaldo Visconti, unico papa piacentino con nome di Gregorio X.
Fondata alla fine del IV secolo dal vescovo Vittore, tramanda le memorie e le reliquie di S. Antonino e del vescovo Savino. La sua forma “occidentata” cioè a croce latina orientata ad ovest è stata interpretata tanto come frutto di campagne costruttive successive che di un unico cantiere risalente al 1014; al XII secolo risale il portale scolpito con le immagini di Adamo ed Eva che enfatizza l’ingresso verso la francigena, a cui fu aggiunto, nel 1350, un pronao gotico.
La Croce di Lampedusa, anch’essa carica di storia, seppur recente, e del destino degli uomini del nostro tempo, è stata ritratta da Massimo Mazzoni in silenzioso dialogo sia con la facciata esterna, che con i volumi e i dipinti che adornano l’interno della basilica.
La Cattedrale di Piacenza
Costruita agli inizi del XII secolo, fu voluta dai piacentini di dimensioni e architettura maestosa e solenne, con la facciata ornata di sculture ricche di significato teologico. Poiché tutti coloro che partecipavano alla sua costruzione dovevano trovare in essa rappresentanza, furono realizzate le formelle delle sette corporazioni maggiori e l’affresco di San Cristoforo, il santo protettore dei traghettatori. Ogni generazione ha aggiunto qualcosa, gli affreschi devozionali del XIII e XIV secolo, il polittico del 1447, sfolgorante di guglie dorate, le cappelle e gli altari laterali e infine i grandi cicli affrescati che ornano presbiterio e cupola per i quali vennero scelti i maestri migliori: Procaccini e Ludovico Carracci, per raccontare il Nuovo Testamento, le storie della Vergine e la certezza della salvezza, il Morazzone e il Guercino per narrare l’antico, i profeti, le sibille che preconizzarono la venuta di Cristo e la redenzione. Ogni tempo ebbe il suo stile, ogni generazione la sua testimonianza di fede, e ancora oggi la cattedrale è testimone dei sentimenti della comunità piacentina.
La Croce di Lampedusa fotografata da Massimo Mazzoni sul sagrato e tra le decorazioni geometriche della pavimentazione interna, in dialogo con i grandi volumi architettonici e il gioco di luci e ombre del tempio, ha portato in essa, la storia, gli interrogativi dell’uomo contemporaneo.
L’Ecce Homo di Antonello da Messina e la Croce di Lampedusa
Se all’inizio della storia del Cristianesimo la croce ha rappresentato la gloria di Cristo raffigurato come un sovrano in trono, a partire dal XIII secolo, è apparso nella rappresentazione il dolore del Figlio di Dio. Custodito al centro del Collegio Alberoni l’Ecce Homo di Antonello da Messina (1430-1479 ca) rivoluziona l’iconografia del dipinto di soggetto sacro e il sentire religioso del suo tempo. Il Cristo rivolge gli occhi allo spettatore, esprime intensamente i suoi sentimenti; la ripresa ravvicinata conferisce alla rappresentazione una forte carica drammatica, provocando in chi osserva un forte coinvolgimento emotivo.
Angelo Bardini e Anna Maria Belloni hanno fotografato la Croce di Lampedusa affiancata al volto di Cristo dipinto da Antonello. La Croce costruita con i legni consunti delle barche dei profughi e il suo silenzioso carico del dolore dell’uomo e il volto di Cristo “il cui sguardo si fa dura provocazione e struggente domanda: ho faticato invano?”
La Casa delle Suore Missionarie di S. Carlo Scalabriniane
La Congregazione fu fondata a Piacenza il 25 ottobre 1895, da Giovanni Battista Scalabrini, per la cura del migrante. Il carisma scalabriniano nacque infatti nel momento della grande emigrazione degli italiani verso le Americhe alla fine del secolo XIX.
A Piacenza le Suore dirigono e animano un prezioso centro di ascolto nel quale sono state accolte, fino a oggi, persone di 47 nazionalità differenti. Il centro propone una vera e propria scuola di lingua e cultura italiana, composta attualmente da otto classi per oltre 200 alunni, corsi di cucito per le donne e di giardinaggio per gli uomini; il centro inoltre gestisce un guardaroba a disposizione delle persone bisognose e sostiene, con derrate alimentari, circa 200 famiglie bisognose, italiane e straniere, presenti sul territorio. Nella notte del 1 marzo 2017 la Croce di Lampedusa carica della storia di tanti migranti è stata accolta nella casa madre delle Suore Scalabriniane in piazzetta San Savino dove è stata fotografata da Sergio Ferri.
- SEZIONE
Attraverso l’uomo
In questa sezione sono presentate le fotografie degli incontri della Croce di Lampedusa con i luoghi, i volti e le esperienze, attive nella nostra città, di cura dell’uomo e delle sue fragilità.
La Caritas Diocesana
La promozione dell’uomo e l’animazione alla carità passa soprattutto attraverso i servizi e le opere che la Caritas diocesana promuove a favore dei più poveri. Si tratta di quei segni concreti nei quali si rende visibile l’impegno cristiano nella carità e la “scelta preferenziale dei poveri”.
Tutte le attività hanno come obiettivo incoraggiare le persone ad essere prime protagoniste della propria storia, consapevoli che ognuno è portatore di risorse che talvolta appaiono latenti, soprattutto nei momenti di solitudine, di abbandono e di sofferenza.
Il Samaritano è una piccola cittadella della carità, della cura e promozione dell’uomo dedicata al recupero di cose (mobili, vestiti e cibo invenduto), di saperi (mediante la collaborazione con sarte, artigiani, restauratori, ecc.), di persone, inserendo al lavoro soggetti svantaggiati (grazie ai laboratori di restauro e di sartoria), di stili di vita orientati alla sostenibilità e al riuso.
La Croce di Lampedusa, fotografata da Sergio Ferri, è entrata nella vita del Centro il Samaritano, incontrando numerosi operatori e volontari impegnati nella promozione dell’uomo, sostando nel guardaroba, che raccoglie e distribuisce gli abiti, e nel magazzino alimentare.
La Casa di Iris
Inaugurata nel 2011 la Casa di Iris è una struttura moderna dotata di tutti gli accorgimenti per poter accogliere, prendersi cura e assistere con la massima attenzione persone con malattie in fase avanzata a rapida evoluzione, per le quali ogni terapia finalizzata alla guarigione non è più possibile. E’ un luogo ad alta specializzazione per quanto attiene la gestione dei sintomi fisici e psicologici e dove si considera il malato primariamente come una persona, dove si tutelano i bisogni psicologici di sicurezza e di appartenenza al proprio nucleo familiare e amicale, garantendo elevata qualità dell’assistenza e relazioni umane autentiche, indispensabili per favorire il mantenimento di una dignitosa qualità di vita. Il paziente viene non solo curato, ma preso in carico nella sua globalità di persona.
La Croce di Lampedusa, portando sui suoi legni tutta la fragilità dell’uomo, è entrata nella Casa di Iris, sostando per qualche ora nella sala polivalente insieme ai medici, al personale infermieristico, ai volontari, ai familiari e ai malati che hanno potuto stringersi a lei in riflessione e in preghiera.
Le foto di Angelo Bardini ci restituiscono l’intensità di questo incontro.
“Attraverso di lei non passeranno eserciti, ma solo chi ha bisogno di amore e che amore saprà dare”
L’Associazione “La Ricerca”
Tutti hanno diritto a non essere lasciati soli. E’ la profonda convinzione che da più di 35 anni guida ogni azione dell’associazione “La Ricerca” di Piacenza, e che oggi le fa tendere la mano anche ai nuovi poveri tra i più poveri: i profughi che hanno lasciato il loro Paese per disperazione.
Nata per rispondere all’emergenza-droga, nel tempo questa onlus si è specializzata per aiutare le persone in difficoltà in tutti i cicli e periodi critici della loro vita (dall’infanzia e prima adolescenza alla costituzione di una famiglia, dalla maternità – paternità ai delicati anni della vecchiaia), in situazioni dolorose dovute alle diverse forme di dipendenza (non solo da sostanze, ma anche da alcol, psicofarmaci, gioco d’azzardo, social…) così come nella malattia (anche le più emarginanti come l’aids o la disabilità di natura psichiatrica) e nel dolore del lutto.
Ad oggi “La Ricerca” dispone di 4 strutture di accoglienza e cura, interviene sul territorio offrendoprogetti educativi e percorsi di recupero, sportelli dell’ascolto, gruppi di auto-mutuo-aiuto, che possono contare su professionisti altamente qualificati e su un nutrito gruppo di volontari. E una fede comune: l’attenzione all’Uomo nella sua interezza, certi della possibilità di riscatto di ognuno.
Carlo Pagani ha ritratto la Croce tra le persone che si sono strette intorno a lei presso la sede dell’Associazione.
La Casa “Don Venturini” (La Pellegrina)
Nei primi anni Novanta anche a Piacenza si manifesta il drammatico fenomeno dell’aids. Diocesi di Piacenza-Bobbio, Caritas e “La Ricerca” intervengono prontamente dando accoglienza alle persone ammalate e a rischio emarginazione. Nel 1992 viene inaugurata la Casa Accoglienza Don Venturini, Opera Segno del Sinodo Piacentino, aperta in collaborazione con Caritas diocesana per l’ospitalità a persone malate di Aids. La casa accoglie 10 ospiti grazie al lavoro di un equipe di operatori e di un gruppo di volontari. La struttura è impegnata in progetti di formazione, sensibilizzazione e prevenzione dell’aids rivolti a scuole, operatori sociali e sanitari, parrocchie, associazioni, gruppi informali di giovani e di adulti. Annamaria Belloni e Angelo Bardini hanno fotografato l’incontro tra la Croce e le comunità che vivono alla Pellegrina.
- SEZIONE
Attraverso la strada
La Via e il quartiere Roma
L’attuale via Roma, è il principale asse stradale della città in direzione est-ovest; la sua parte iniziale costituisce l’originario decumano del castrum di Placentia, mentre, a partire dall’incrocio con via Trebbiola, oltrepassate le mura romane, ricalca il tracciato della via Emilia. Una direttrice obbligata dunque, progressivamente assorbita all’interno della fascia urbanizzata, fino all’attuale piazzale Roma.
Il Quartiere Roma è da sempre zona di transito, di intensi contatti con l’esterno, punteggiato da strutture religiose, parrocchiali, monastiche, sedi di confraternite, ma anche locande e stazioni di posta. La sua natura di porta sul mondo è confermata dalla realizzazione della stazione ferroviaria, negli anni immediatamente successivi all’unità d’Italia, e dal tentativo di realizzare un sistema di giardini, come i Margherita, viali, che collegassero l’approdo ferroviario, con via Roma e con il cuore della città.
La Croce di Lampedusa è stata ritratta da Sergio Ferri per le vie e i giardini e nelle sedi delle esperienze di solidarietà e accoglienza attive nel quartiere Roma, oggi certamente il più multiculturale di Piacenza; qui si è fatta testimone delle fatiche e delle potenzialità nel cammino di costruzione di una nuova fratellanza.
Giuseppe Vommaro, il madonnaro
Non usa tele e pennelli, ma la strada e gessetti colorati.
A 23 anni ha maturato la scelta di diventare artista capace di dare vita, sui marciapiedi e nelle piazze d’Italia, a ingrandimenti di noti dipinti e sculture, soprattutto Madonne.
Giuseppe Vommaro è un madonnaro nomade: ha scelto infatti di fare del viaggio la sua casa e di appartenere a una tradizione artistica che affonda le sue radici nel Medioevo, ma che trova interpreti ancor oggi. Quando risiede a Piacenza, la sua abituale “tela” è Largo Battisti, nei pressi della Chiesa di San Donnino. Proprio su questo selciato, nella giornata di mercoledì 1 marzo, ha dato forma, figura e colore alla Croce di Lampedusa. Quella stessa sera la Croce lo ha raggiunto, stazionando a fianco della sua stessa raffigurazione, avvicinando idealmente la biografia dell’artista viaggiatore alle innumerevoli storie di viaggio appese ai suoi legni. La sua opera, come quella di tutti i madonnari, non può resistere che pochi giorni per poi svanire, ma la “sua Croce di Lampedusa” è stata catturata dagli scatti fotografici di Roberto Ricci e Filippo Tambresoni.
Metteglia, Cerignale e la montagna piacentina
Ogni estate centinaia di ragazzi scout trovano accoglienza nella parrocchia di Metteglia e nelle frazioni del paese, situato alle falde del Monte Zuccaro. Si tratta di borghi che conoscono da vicino il dramma delle migrazioni poiché la gran parte della loro popolazione è stata costretta ad abbandonare la terra natia, verso le grandi città della pianura, o anche in direzione di paesi stranieri, alla ricerca di un lavoro e di un possibile futuro per i propri figli.
Quest’estate la piccola Croce di Lampedusa, donata da Arnoldo Mosca Mondadori al Collegio Alberoni, ha raggiunto il borgo di Metteglia per sostare con la piccola comunità di residenti e con i numerosi ragazzi scout giunti nel borgo, testimone suggestivo e drammatico della delicata fase storica che stiamo attraversando, delle speranze e dei dolori delle migrazioni in corso e dei tanti che il mare ha inghiottito. Giovanni Milani ed Ezio Molinari la hanno fotografata durante una processione di paese, tra i ragazzi scout, nella luce e nei notturni della montagna piacentina.
Anna Maria Belloni l’ha ritratta tra le case in pietra, oggi vuote, del borgo di Cerignale, suggestivo paese appoggiato alla dorsale che divide il fiume Trebbia dal torrente Aveto, dal quale numerosi suoi figli sono partiti facendosi emigranti in cerca di futuro.