Alla fine il giornalista Candido Cannavò non ha potuto essere presente in San Pietro oggi per la tavola rotonda in ricordo di don Oreste Benzi, fondatore della Comunità papa Giovanni XXIII. Erano invece presenti: don Nicolò Anselmi, responsabile della pastorale giovanile della Conferenza episcopale italiana e Edoardo Martinelli, allievo di don Lorenzo Milani. «Che cosa ha da dire oggi don Benzi? La tentazione – ha spiegato don Nicolò – di ritirarsi nel privato, di occuparsi dei nostri problemi è vissuta da tutti, anche dalle stesse comunità cristiane. Don Oreste ha sempre invitato tutta la Chiesa a "uscire fuori", ad andare dove c’è bisogno del Signore e di uomini e donne di buona volontà». Carismi a confronto per Martinelli, cresciuto al fianco di un altro "pretaccio", don Milani, l’uomo dell’ "I care" (letteralmente "Io mi prendo cura", in contrapposizione al "Me ne frego" fascista). «Due figure accumunate da una coerenza cristiana rara – ha spiegato – siamo di fronte a una vera e propria passionalità. Don Milani ha vissuto il bisogno di vivere coerentemente il suo apostolato tra bambini diseredati nella montagna toscana. Don Benzi ha solcato le strade della marginalità totale, quella che ci conduce, nello stesso tempo, alla vera presa di coscienza».