Piacenza fuori dalla rete Ready, il movimento femminista Non una di meno: “Amarezza, noi crediamo in altro”

Riceviamo e pubblichiamo la nota del movimento Non Una di Meno, a firma di Manuela Bruschini.

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Nel corso della recente campagna elettorale per l’elezione del Sindaco di Piacenza, l’allora candidata Patrizia Barbieri aveva firmato il Manifesto Politico del Comitato Difendiamo i nostri figli, tra i cui punti salienti figurava anche la richiesta di far uscire il Comune dalla rete di Enti Locali READY. Oggi dobbiamo con amarezza constatare che la sindaca Barbieri è stata, purtroppo, di parola. In quel Manifesto, che invitiamo tutte e tutti a leggere attentamente per capire meglio la direzione che si vuole far prendere alla nostra città, si chiedevano molte altre cose e si delineava una visione di comunità chiusa, impaurita e rifiutante nei confronti delle differenze. Oggi, con questo primo atto di applicazione, il nostro timore che si voglia trasformare Piacenza nella comunità chiusa auspicata da quel Manifesto si fa purtroppo più che concreto. Non Una Di Meno tra i suoi obiettivi annovera anche la lotta contro la cultura della violenza attraverso la formazione e l’azione politica, e rifiuta ogni linguaggio e decisione che discrimini le PERSONE Lgbtqi. Troppo spesso esistono ancora situazioni di discriminazione in molti ambiti della vita, dunque diffondere
una cultura di rispetto reciproco, così come si legge nella Carta d’Intenti della rete READY, dovrebbe
essere alla base di ogni buon governo e patto di convivenza. Come può essere dedotto invece dall’illogica decisione della giunta comunale di Piacenza, le differenze non vengono considerate una risorsa ma al contrario un fenomeno da arginare e controllare; in questo modo si rischia di alimentare pregiudizi, disinformazione e non cultura. Noi crediamo fortemente nel principio di uguaglianza tra tutti gli esseri umani, crediamo in politiche che, con una visione ampia della realtà, sostengano una vera educazione alla sessualità e all’affettività. Questo non vuol dire sminuire il ruolo educativo dei genitori, vuol dire prendere atto che oggi, ancora e nonostante tutto, parlare di sesso e di orientamenti sessuali è ancora considerato un tabù. Crediamo che soprattutto i ragazzi abbiano bisogno di sentirsi liberi di esprimere opinioni, dubbi e domande su questioni tanto essenziali come quelle legate all’identità sessuale e di genere. Ma se la sessualità viene ancora allontanata dai luoghi educativi, se si ritengono pericolose le politiche volte a combattere ogni forma di discriminazione, questa libertà viene di fatto negata e le capacità educative della comunità si impoveriscono. Crediamo che etero e gay siano solo parole che identificano un orientamento sessuale e non un giudizio sulle persone, ma non siamo cieche e le discriminazioni le vediamo e sappiamo che è fondamentale
combatterle. La decisione della giunta comunale di Piacenza di uscire dalla rete Ready fa parte di ciò che non vogliamo più vedere nella nostra città e contro cui siamo impegnate. Noi crediamo in altro.