Riceviamo e pubblichiamo il comunicato del consigliere comunale Luigi Rabuffi della lista Piacenza in Comune.
Nei giorni scorsi la Giunta Regionale ha approvato la Valutazione di Impatto Ambientale sull’autorizzazione al funzionamento dell’inceneritore di Piacenza. Pratica avviata nel 2015 e conclusa solo ora, a valle delle elezioni piacentine. Ne ha dato notizia l’assessore all’ambiente della Regione, la nostra concittadina Paola Gazzolo. Ricordo che tanto il nostro Sindaco Barbieri quanto altre forze politiche, tra cui PIACENZA IN COMUNE, oltre naturalmente alle associazioni ambientaliste, in primis Legambiente, avevano richiesto al Sindaco Dosi (anche manifestando di fronte alla Provincia) di attivarsi per far rinviare le due conferenze di servizi tenutesi il 16 maggio, a poco meno di un mese dal voto. Nello specifico la richiesta era di lasciare al nuovo Consiglio Comunale del Comune Capoluogo la possibilità di esprimersi su un tema così importante, capace di incidere su tanti aspetti quali: la salute dei cittadini; l’organizzazione della raccolta dei rifiuti; la mobilità; l’occupazione. Purtroppo è stata volutamente cassata. A dimostrazione che ormai la politica la si fa lontano dai cittadini. Giocando di sponda con i grandi gruppi economici.
Valorizzando prioritariamente i loro interessi.
Chiaro che il tema impone una profonda riflessione. Partendo – per quanto mi riguarda – da un presupposto: non metto in discussione gli interventi effettuati e che si effettueranno sull’inceneritore per migliorare forni, filtri, camini ed emissioni. Mi fido. Il tema è altro. E’ come possiamo smarcarci da una politica che si allontana ogni giorno di più dall’idea di sviluppo sostenibile. Quello sviluppo che risparmia, che è solidale, che innova, che ricicla e riusa. Con questa decisione si è presa un’altra strada. Si è scelto di fare di un impianto al servizio dei cittadini, pagato dai cittadini, un impianto industriale “puro”. Si è scelto di fare dei rifiuti il combustibile capace di raddoppiare gli “utili” al gestore, che incasserà prima dal conferimento dei rifiuti e poi dal canone del teleriscaldamento. Un’operazione che richiederà, tutti i giorni, montagne di rifiuti indifferenziati da dare in pasto a quella bestia insaziabile che è l’inceneritore. E visto che la Regione ha dichiarato nel proprio Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti che la provincia di Piacenza smetterà il 31/12/2020 di conferire rifiuti solidi urbani all’inceneritore, portandoli a Parma, è chiaro che Piacenza diventerà la “pattumiera” dei rifiuti speciali di tutta Italia.
Pensate un po’ all’assurdità: i nostri rifiuti urbani andranno all’inceneritore di Parma, con una spesa certamente maggiore a carico dei cittadini rispetto ad oggi, determinata dallo spostamento quotidiano di centinaia di camion che da tutta la provincia faranno la spola con l’impianto di Ugozzolo. Camion, traffico, smog; a Piacenza arriveranno tonnellate di rifiuti speciali da tutta Italia per alimentare Tecnoborgo (e non più per il principio di “solidarietà” che già oggi è garantito). Altri camion, altro traffico, altro smog; i cittadini collegati al teleriscaldamento (qualche migliaio visto che la rete raddoppierà), per il sistema di impiantistica previsto saranno “ostaggio” dell’inceneritore. Se smetterà di funzionare l’impianto rischieranno di rimanere al freddo; la raccolta differenziata dei rifiuti nella provincia di Piacenza (che sta peggiorando il trand di raccolta, attestandosi al 56,9% del 2016 contro il 57,4% del 2015 e il 73% previsto del 2020) è affidato proprio allo stesso soggetto proprietario di quei 2 impianti che vivono di rifiuti indifferenziati (quello di Piacenza e quello di Parma). Cosa che a me pare un’evidente contraddizione;
e non sarà certo il gestore ad avere interesse ad introdurre e sperimentare nuovi progetti di riduzione della produzione di rifiuti, che purtroppo oggi ci vedono tra i territori meno virtuosi.
Concludo auspicando un cambio di rotta. Dove il Sindaco di Piacenza sappia rappresentare gli interessi dei cittadini e dove il cittadino abbia l’assoluta precedenza sugli “affari”. Mutuando e adattando il motto della Lega: PRIMA I CITTADINI.