In Emilia Romagna parte il reddito di solidarietà, fino a 400 euro alle famiglie in difficoltà economica

Dagli 80 ai 400 euro al mese per i nuclei famigliari dell’Emilia-Romagna che si trovano in gravi difficoltà economiche. Un aiuto che varia a seconda del numero dei componenti il nucleo e legato all’adesione a un progetto di inserimento lavorativo e di impegno sociale. E’ il Reddito di solidarietà (Res), varato in Emilia-Romagna con la legge regionale n. 24 del 19 dicembre 2016 e per il quale la Giunta regionale stanzia 35 milioni di euro l’anno. Fondi che si aggiungono ai 37 milioni assegnati dallo Stato all’Emilia-Romagna per il Sostegno all’inclusione attiva (Sia).
Un aiuto che la Regione ha voluto introdurre subordinandolo al possesso di due requisiti: il reddito Isee inferiore ai 3.000 euro e la residenza in regione da almeno 24 mesi. Contemporaneamente, però, il richiedente dovrà aderire ad un progetto personalizzato di attivazione sociale e inserimento lavorativo. Un percorso obbligatorio, da seguire per ottenere, e soprattutto mantenere, il contributo economico – erogato tramite carta prepagata – fissato da un minimo di 80 euro per i nuclei composti da una sola persona (che in regione rappresentano il 36,1%) a un massimo di 400 euro al mese per quelli composti da 5 o più membri. Si stima che possano essere 20.000 le famiglie destinatarie della misura.

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Il Res dunque non è una semplice misura passiva di stampo assistenziale, che prevede la concessione di un contributo in denaro, ma richiede l’accettazione e il coinvolgimento della famiglia in un progetto personalizzato e finalizzato a superare la condizione di povertà per riconquistare, passo dopo passo, la propria autonomia.

La misura regionale affianca quella nazionale Sia – Sostegno all’inclusione attiva – che dal 2 settembre 2016 è attiva su tutto il territorio nazionale. Poiché il Sia si rivolge ad una platea di beneficiari non esaustiva rispetto alle caratteristiche del fenomeno povertà in Emilia-Romagna, la scelta della Regione è stata quella di ampliarla in un’ottica universalista, includendo anche i nuclei senza minori o con figlio disabile. Una decisione assunta per ottimizzare l’utilizzo delle risorse nazionali e regionali disponibili per il contrasto alla povertà: infatti, il Reddito di solidarietà è pensato in modo tale da collocare sulle risorse nazionali (Sia, e in futuro Rei) tutti i beneficiari attribuibili a questa misura, così da non “sovraccaricare” le risorse del Res e consentire l’utilizzo ottimale delle due fonti di finanziamento.

Dopo l’approvazione della legge regionale e del regolamento attuativo, si sono resi necessari altri 3 passaggi: l’elaborazione di un Protocollo d’intesa con il ministero del Lavoro e il ministero dell’Economia per essere autorizzati a integrare le misure nazionali di contrasto alla povertà con la misura regionale. A quest’intesa – firmata dal presidente Bonaccini e dal ministro Poletti a fine giugno 2017 – si sono aggiunte la sottoscrizione di un altro Protocollo tra il ministero del Lavoro e Politiche sociali, il ministero dell’Economia e delle Finanze e la Regione Emilia-Romagna per la regolazione e la gestione dei rapporti finanziari, avvenuta il 7 luglio 2017; infine, la sottoscrizione di un Protocollo quadro tra Inps e il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, lo scorso 2 agosto, che regolamenta lo scambio dei flussi informativi tra i due enti.
Tutti questi passaggi sono stati necessari e propedeutici alla realizzazione di un sistema informativo unico per la gestione delle domande di Res e Sia, che consentirà ai Comuni di “interrogare” le banche dati Inps, garantendo un percorso di accesso più fluido per i cittadini che presentano domanda.

Come fare per ottenere il Res
La domanda per accedere al Res va presentata da uno dei componenti del nucleo familiare presso gli sportelli sociali del Comune di residenza. Al momento della domanda, i richiedenti dichiarano i propri dati attraverso documenti ufficiali (ad esempio la dichiarazione Isee) o con l’autocertificazione. Per quanto riguarda i controlli, tutti i dati vengono verificati attraverso le banche dati in possesso dell’Inps o attraverso i dati dei Comuni.

Altre regole riguardano le condizioni di incompatibilità da parte del nucleo familiare per l’accesso alla misura: godimento della nuova prestazione di Assicurazione sociale per l’Impiego (NASpI), l’Assegno di disoccupazione (Asdi), o altro ammortizzatore sociale con riferimento agli strumenti di sostegno al reddito in caso di disoccupazione involontaria. È inoltre incompatibile la fruizione del Sia (Sostegno per l’inclusione attiva) da parte del nucleo familiare beneficiario. Nel caso in cui alcuni componenti il nucleo familiare usufruiscano di altri trattamenti economici, anche fiscalmente esenti, di natura previdenziale, assistenziale e indennitaria, per poter accedere al Res il valore massimo di tali trattamenti non potrà superare i 600 euro mensili.

Il reddito di solidarietà dura al massimo un anno; per poterne farne nuovamente richiesta, dovranno passare almeno 6 mesi.