Venerdi 22
CI SCUSIAMO PER IL DISAGIO – Gli Omini
Un’antica locomotiva a vapore come scenografia, un bosco in città, un festival di teatro contemporaneo che arriva a Piacenza per il suo ultimo evento, dopo gli spettacoli in cartellone a maggio a Teatro Serra a Pontenure.
E’ un un altro luogo dimenticato, dopo quello di Teatro Serra di Parco Raggio, che viene recuperato per l’occasione dall’associazione Crisalidi: stiamo parlando dell’area dismessa dell’ex Ferrovia, in via Ongina a Piacenza, ora di proprietà dell’Associazione Dopolavoro Ferroviario.
Qui si terrà venerdì 22 settembre alle 21 un evento extra di Festival 50+1, la rassegna di teatro contemporaneo andata in scena questa primavera: “Ci scusiamo per il disagio” è lo spettacolo della compagnia toscana Gli Omini, una produzione Associazione Teatrale Pistoiese. Lo spettacolo si terrà presso l’Area dismessa ex ferrovia Via Ongina, Piacenza
Ci scusiamo per il disagio: la frase canonica delle ferrovie italiane per intoppi perfettamente puntuali non può che essere il titolo squisitamente beffardo per raccontare il mondo. Nel segno di una ricerca teatrale che è innanzitutto esplorazione antropologica, Gli Omini, una delle più talentuose giovani compagnie teatrali italiane sono stati un mese alla Stazione ferroviaria di Pistoia, sui binari, al bar, sulle panchine, dove hanno incontrato una varia umanità. Da questa ricerca, è nato lo spettacolo.
La stazione di una periferia non è solo un luogo di passaggio. Non è un momento di transito, non è solo un non luogo. La stazione di una città piccola ha una sua identità, i suoi abitanti, le sue voci, la sua regole. In questo mese, la compagnia è stata alla Stazione di Pistoia, sui binari, nel bar a consumazione obbligatoria ogni due passaggi, verso i bagni, sulle panchine. Ha capito le regole e le ha viste infrangere. Ha incontrato la gente. Alcuni pendolari, molti ex carcerati, altrettanti in libertà vigilata, piccioni, studenti confusi, marchettari, gente che si sposta in treno perchè non ha più la macchina, coppie di ogni tipo, amore in ogni forma, piccioni, tossici, barboni suonatori di mandolino, donne che alla stazione leggono e poi parlano come un libro stampato, piccioni.
Gente che si nasconde, gente da guardare con la coda dell’occhio. Gente che guarda i treni passare e che deve stare lontano dalla linea gialla.
Ci scusiamo per il disagio ha debuttato a luglio 2015 nel Deposito dei Rotabili Storici di Pistoia, un luogo carico di memoria, un angolo protetto e sconosciuto della città che è stato aperto al pubblico diventando la scenografia con i suoi binari morti e i suoi vagoni d’epoca. Ora è pronto per riaprire al pubblico di Piacenza uno spazio altrettanto inusuale e nascosto, grazie al supporto di Fondazione di Piacenza e Vigevano, Regione Emilia-Romagna, Coopselios e degli altri sostenitori di 50+1.
Prenotazione obbligatoria a: a.c.crisalidi@gmail.com | 331.6248288 – 339.3429652 (dopo le 19)
Per informazioni: www.crisaliditeatro.it.
Estratti di rassegna stampa:
«Ci scusiamo per il disagio è il mantra che accompagna chi deve prendere un treno in Italia. Ed il ritardo in questo caso, in relazione a questa massa di uomini e donne che hanno “perso il proprio treno” nella vita, quel treno che non passerà più e li ha lasciati a piedi a chiedersi come sarebbe stato, nel rimpianto, nel dolore».
Tommaso Chimenti, www.ilfattoquotidiano.it
«Sono le ombre che danno consistenza alla luce. La destinazione di Ci scusiamo per il disagio è il coraggio di mostrarci la dignità degli invisibili che ci passano accanto e che non siamo noi non per merito nostro, ma per un accidente del destino».
Matteo Brighenti, paneacquaculture.net
«È uno spettacolo che riporta la memoria indietro negli anni, e grazie anche ad un’ambientazione scenografica storica, altamente suggestiva, tra sbuffi di vapore di una locomotiva, vagoni disposti in modo obliquo, cattura l’attenzione di tutti i sensi. Voci e suoni, annunci, racconti di uomini e donne la cui vita ha gravitato intorno alla stazione. Si intrecciano storie di un’umanità anche dolente, fatta di sogni, di solitudine, di speranze mai esaudite».
Roberto Rinaldi, www.rumorscena.com
«Il tema della memoria è quello più ricorrente, i personaggi messi in scena dagli Omini vivono nel ricordo, incapaci o impossibilitati a guardare positivamente il futuro sono anime intrappolate, la stazione è il loro limbo».
Andrea Pocosgnich, www.teatroecritica.net
«Frammenti di generazioni perse – le vecchie nel rimpianto, le giovani nell’inedia, nell’assenza di prospettive, nello sballo – di luoghi nascosti, di commerci illeciti, di sogni impossibili, di sfide, quasi sempre perse, di “urla di furore, di generazioni senza più passato, di neoprimitivi, di rozzi cibernetici signori degli anelli, orgoglio dei manicomi!” Polvere, buio, musica da sfida all’ultimo sangue da Spaghetti western. L’ultimo annuncio: “Attenzione, il treno che state aspettando è passato su un altro binario”».
Massimo Marino, boblog.corrieredibologna.corriere.it