Riceviamo e pubblichiamo il comunicato del consigliere comunale Luigi Rabuffi della lista Piacenza in Comune.
“31 agosto 2017, ritorno al passato”. Titolo intrigante, ma chi pensa ad un film di fantascienza resterà certamente deluso. Il riferimento è, più banalmente, alla “telenovela” che la nuova Giunta Comunale ha messo in onda sul tratto di Corso, tra Facsal e Dolmen, per “segnare” la differenza con la Giunta Dosi. Una “prova di forza” che cancella, sotto il sole di un torrido agosto, una delle operazioni più sofferte – e a mio parere più azzeccate, ancorché migliorabile negli attraversamenti, nell’arredo e nella gestione del traffico di via Venturini – che la precedente Amministrazione aveva realizzato, per assicurare a ciclisti e pedoni un minimo di sicurezza in quel tratto di Corso spesso affollato da pedoni, passeggini e ciclisti.
Ma si sa, quando si sceglie di “mostrare i muscoli” poco conta il merito. E così, dopo quasi due anni, Corso Vittorio Emanuele ritorna a doppio senso di marcia. Per la soddisfazione di coloro che non sopportano i ciclisti (perché chiaramente si tratta di un provvedimento contro i ciclisti) e di quei commercianti convinti che il passaggio di auto (e non il passaggio di pedoni) rappresenti un volano per i loro investimenti.
Peccato che in tutte le città più evolute d’Italia (e del mondo) i Centri Storici vivano proprio grazie alla possibilità per i pedoni di muoversi liberamente, senza il rischio di finire investiti e senza la necessità di indossare – a tutela della propria salute – la mascherina antismog. Ce lo insegnano le grandi metropoli come Milano o Roma ma anche città di dimensioni più ridotte come Cremona e Parma. Esempi che paradossalmente condividiamo quando durante la Fiera di Sant’Antonino, i Venerdì piacentini o lo Sbaracco migliaia di piacentini si riversano per le vie del Centro, finalmente libere dalle auto, con grande soddisfazione dei commercianti per i ricchi incassi.
Certo, si dirà, il Sindaco ha mantenuto una promessa elettorale. Ha fatto ciò che spesso, in politica, non avviene. Giusto. Ma se a livello di principio sono d’accordo, mi chiedo: questa promessa è stata sufficientemente valutata ?
Temo di no, perché per le conseguenze sono già sotto gli occhi di tutti:
-traffico caotico nelle due ridotte carreggiate;
-ciclisti e veicoli a spartirsi, in direzione Facsal, la ristretta sede stradale facendo a “gomitate” con gli stalli dei parcheggi e con i dehors;
-pista ciclabile monodirezionale, verso il Dolmen, costellata di caditoie e tombini e collocata pericolosamente fra marciapiede e dehors;
-carico inquinante doppio.
E non basta. Perché l’elemento di maggiore criticità dell’operazione “31 agosto 2017, ritorno al passato” è certamente rappresentato dal messaggio – un gran brutto messaggio – lanciato da questa Amministrazione a tutti coloro che hanno a cuore l’Ambiente e che vorrebbero essere liberi di vivere la città senza essere succubi del traffico veicolare e dello smog.
Un messaggio che non lascia dubbi e che impone a noi e ai nostri ragazzi di rimettere nel cassetto i sogni e le speranze di un nuovo modello di mobilità. In attesa di un improbabile ripensamento – e sperando che non accadano troppi incidenti quando con l’inizio delle scuole il traffico aumenterà esponenzialmente – invito l’Amministrazione Comunale ed i commercianti interessati a rileggersi l’articolo pubblicato su Libertà del 11/11/2015, che titolava “Viabilità sul Corso, c’è l’accordo – Senso unico e ciclabile bi-direzionale senza parigine”. Ecco, a leggere oggi quell’articolo e dando fiducia a chi l’ha scritto, c’è davvero da chiedersi quanto durerà l’idillio elettorale.