“Agli anziani ospiti del “Vittorio Emanuele” sono garantiti ristoro tranquillità ed assistenza”. Così Marco Perini, in qualità di amministratore di ASP Città di Piacenza, risponde alle preoccupazioni che la consigliera Gloria Zanardi ha esposto in un’interrogazione nei giorni scorsi. Un’interrogazione nella quale Zanardi parlava di degrado legato alla presenza di alcuni profughi che prop L’affermazione che alcuni reparti sono caratterizzati da carenza di personale è del tutto priva di fondamento dato che l’attività di assistenza agli anziani è svolta in regime di accreditamento con la Regione Emilia-Romagna che prevede un rapporto di personale rispetto al numero di ospiti ben definito che ASP ha sempre rigorosamente garantito. Non solo rispettiamo i parametri di personale, ma li superiamo per dare più assistenza di quella minima prevista dalla normativa. Le verifiche periodiche finalizzate a tale controllo ne hanno sempre dato puntuale riscontro.
“I “profughi” a cui fa riferimento la consigliera non sono alloggiati nell’immobile del Vittorio Emanuele, ma in un edificio indipendente che sorge nel area cortilizia, retrostante la casa di riposo, chiamato dagli addetti ai lavori “ex Nati Stanchi” in quanto ospitava le sede dell’omonimo sodalizio piacentino fino allo scorso anno. L’area cortilizia in questione poi è uno spazio tecnico a servizio degli operatori destinato a parcheggio, a ricovero attrezzi, ai locali tecnici non accessibile né agli ospiti, né ai loro familiari. Uno spazio cioè che in alcun modo interferisce con la vita, la tranquillità e la serenità di chi al “Vittorio” è ospite”.
“E’ vero poi che alcuni richiedenti asilo svolgono lavoretti di manutenzione nella struttura, con la supervisione di personale tecnico destinato specificamente a tale ruolo, quindi senza togliere risorse ed energia ad alcuno dei servizi in cui ASP Città di Piacenza opera. Spesso quindi questi ragazzi (da noi chiamato “dream-team”) con il loro lavoro danno un concreto aiuto per migliorare la qualità complessiva della struttura. Se in quelle occasioni varcano la soglia del Vittorio Emanuele non mi pare proprio rechino più disturbo di quanto ne potrebbe creare una qualunque squadra di imbianchini o giardinieri che entrino nella Casa Residenza Anziani per svolgere il loro lavoro. Sta di fatto che i locali sono re-imbiancati e i giardini con l’erba tagliata sistematicamente e sempre in ordine. Se altrove si raccomanda e si plaude l’impiego di questi ragazzi per lavoretti di pubblica utilità come doveroso segno di riconoscenza nei confronti della nostra comunità cittadina che li ospita, perché non dovrebbe essere così anche per i ragazzi che hanno prestato, prestano e presteranno il loro servizio per migliorare il contesto in cui gli anziani del Vittorio Emanuele vivono? Va precisato poi che nello svolgimento della loro opera vengono rispettate le norme sulla sicurezza dotando i ragazzi di tutti i dispositivi di protezione individuale previsti dalla normativa in tema di sicurezza come qualsiasi altro operaio. Non è sfruttamento di mano d’opera, ma occasione di aiuto reciproco e scambio di opportunità! E’ l’occasione per educare al rispetto delle regole, pretendendo che vengano rispettate e dando noi per primi il buon esempio”.
“Sulla questione poi delle condizioni in cui vivono i cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale nella “casetta Nati Stanchi”, trattasi di un appartamento di circa 150 mq nel quale sono ospitati 8 adulti e 4 bambini dotata di doppi servizi, cucina, un corridoio di 2 metri di larghezza, un ambiente comune di 50 mq e tre camere da letto, come già detto fuori dalla struttura del Vittorio Emanuele. Non certamente un’abitazione di lusso, ma assolutamente decorosa e degna di ospitare 12 persone. Ancora una volta la famiglia Zanardi- Girometta (mi riferisco ad un’interpellanza già fatta dalla allora Consigliera Lucia Girometta, madre della consigliera Zanardi) si preoccupa dei panni stesi evidenziati nelle foto pubblicate nei giorni scorsi sui media locali. Ancora una volta chiedo alla famiglia in questione: è un segno di degrado? I panni sono stesi sulla rete anziché su un filo, in uno spazio non visibile da nessuno, è questa la situazione di mancanza di decoro così grave da giustificare una interpellanza urgente al Sindaco ed all’Assessore Sgorbati? Credo che la Giunta abbia ben più gravi ed importanti problemi da risolvere che i panni stesi in un cortile. Per quanto mi riguarda, quale amministratore unico di ASP città di Piacenza, sarà mia cura provvedere immediatamente a far tirare il filo dei panni. Nel frattempo però invito chi fa le fantomatiche segnalazioni ad evidenziare eventuali problemi di così grave entità ai responsabili dell’Ente prima di scomodare l’amministrazione comunale. Invito infine la consigliera Zanardi a raccogliere informazioni più precise e puntuali prima di proporre interrogazioni in consiglio comunale approssimative, imprecise e destituite di ogni fondamento. Non credo sia fare buona politica promuovere iniziative che sortiscono come unico effetto quello di sottrarre tempo, energie e pazienza a chi si sta impegnando per amministrare il Comune e per prestare assistenza alle fasce deboli della nostra comunità”.
Marco Perini
Amministratore Unico di ASP Città di Piacenza