Maloberti (Lega Nord): “Fatichiamo per avere acqua dal Brugneto, quando la otteniamo la sprechiamo”

Diga del Brugneto

“Fatichiamo per ottenere acqua dalla diga del Brugneto e quando la otteniamo viene sprecata”. E’ l’amaro commento di Giampaolo Maloberti della Lega Nord. Il riferimento è al violento temporale del 29 luglio scorso. “Fino alle 12 del 28 luglio l’acqua defluiva dal Brugneto a una velocità di 400 litri al secondo. Da quel momento l’acqua ha iniziato a scorrere alla velocità di 1973 litri al secondo. Quando ha iniziato a piovere, il 29 luglio, gli agricoltori hanno ovviamente interrotto l’irrigazione dei campi sfruttando le precipitazioni intense. Invece di riportare la velocità di scorrimento a valori inferiori, il Consorzio di Bonifica ha lasciato aperte le paratoie: il risultato? Un enorme spreco di acqua”.

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Ma andiamo con ordine. A inizio luglio i primi cittadini di Bobbio, Corte Brugnatella, Ottone, Rottofreno, Travo, Calendasco, Cerignale, Coli, Gossolengo, Gragnano, Rivergaro e Zerba, su iniziativa di Giampaolo Maloberti, recapitano una lettera alla Regione Liguria per richiedere un rilascio immediato e adeguato di acqua dalla diga del Brugneto e ridare ossigeno al fiume Trebbia. In sostanza i primi cittadini chiedono un rilascio aggiuntivo ai 4 milioni di metri cubi concessi precedentemente dalla Liguria. La risposta del Presidente della Regione, Giovanni Toti, però, non è positiva: “Non è possibile assentire ulteriori rilasci senza mettere a rischio l’approvvigionamento idropotabile del comune di Genova, dei comuni limitrofi all’invaso e della zona costiera ligure fino al comune di Recco, i cui acquedotti vengono alimentati dall’invaso del Brugneto” si legge nella missiva.

Nonostante il “no” di Toti, i sindaci chiedono comunque un incontro con i rappresentanti della Regione Liguria delegando Maloberti di stabilire un primo contatto, ottenendo di essere ricevuti dall’assessore all’Ambiente, Giacomo Raul Giampedrone, il 25 luglio. Un incontro al quale però i primi cittadini si presentano “spaccati”, a causa delle defezioni di alcuni colleghi. Defezioni che provocano un certo malumore tra i sindaci che invece all’incontro hanno deciso di partecipare, malumore non solo per l’abbandono della battaglia, ma anche per il sospetto che ci possa essere dietro una motivazione politica: a decidere all’ultimo di non incontrare Giampedrone, infatti, sono i sindaci di centrosinistra. Uniche eccezioni sono Albasi di Rivergaro e Gnecchi di Corte Brugnatella, che pur non partecipando fisicamente all’incontro delegano ufficialmente i sindaci Veneziani di Rottofreno e Pasquali di Bobbio rispettivamente.

Pur dimezzati, i primi cittadini di centrodestra, più Gnecchi e Albasi con Maloberti, incontrano comunque Giampedrone chiedendo 1 milione di metri cubi d’acqua in più dalla diga del Brugneto: l’assessore ligure ne concede momentaneamente la metà, ottenendo il ringraziamento del gruppo di sindaci che parlano di vittoria. Ma qui inizia anche la polemica. Già perché secondo Maloberti, quello che poteva essere un importante rilascio di acqua aggiuntivo è stato parzialmente sprecato. Il 29 luglio, infatti, si è verificato il ben noto nubifragio sulla provincia di Piacenza, una quantità di acqua piovana talmente ingente da causare purtroppo anche danni e allagamenti.

Alcuni rappresentanti dei consorzi irrigui della Valtrebbia hanno avvisato della violenta pioggia che si stava abbattendo sui rispettivi territori il Consorzio di Bonifica che si occupa di gestire meccanicamente il flusso d’acqua dal Brugneto. In sostanza, i rappresentanti degli agricoltori avrebbero chiesto al consorzio di chiudere le paratoie della diga limitando il rilascio: passando cioè da 1973 litri al secondo a 400 litri al secondo. Le paratoie, però, non sarebbero state chiuse e l’acqua dalla diga ha continuato a uscire a forte velocità.

“Piovendo in maniera abbondante, gli agricoltori hanno cessato di irrigare, ma al contempo la preziosa e tanto richiesta acqua dal Brugneto ha continuato a scorrere, inutilmente. Con questa acqua sprecata avremmo avuto la possibilità di irrigare per altri sette-otto giorni caratterizzati da sole e siccità” lamenta Maloberti.

“Questo dà l’idea di come certe persone non abbiano ancora capito l’importanza delle risorse idriche per la Valtrebbia e non solo. L’acqua non serve solo all’agricoltura, ma anche al turismo e a mantenere le fonti idropotabili. Eppure continuiamo a non renderci conto del problema. Ci si mettono poi gli ambientalisti con il discordo del DMV dei fiumi: vorrei mi spiegassero come ci si può porre questo problema quando di acqua da raccogliere non ce n’è, e non per colpa degli agricoltori ma per la siccità che stiamo attraversando. Questa mattina, lunedì 7 agosto, il fiume Trebbia all’altezza del ponte di Statto era praticamente secco, e parliamo di un punto dove l’agricoltura non attinge. Dobbiamo renderci conto che opponendoci al trattenimento dell’acqua il problema idrico non si risolverà mai, facendo il gioco di chi sull’emergenza idrica costruisce il proprio interesse”.