Più pattuglie dei Vigili del Fuoco contro gli incendi boschivi e due elicotteri a disposizione per interventi sull’intero territorio regionale. Nei mesi estivi si rafforza il presidio del territorio con l’aggiunta di 9 squadre specializzate, sempre pronte ad agire in caso di necessità da Piacenza a Rimini con 45 uomini e donne. In supporto ai Vigili, il volontariato di protezione civile impegnato nel presidio dei punti di avvistamento sui boschi, nelle operazioni di spegnimento e bonifica. Ai Carabinieri forestali il ruolo fondamentale di monitoraggio e controllo del territorio, in funzione preventiva, e l’applicazione delle sanzioni.
Lo prevede il nuovo Piano regionale di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi per il periodo 2017-2021, approvato dalla Giunta regionale al termine di un percorso di condivisione con tutti i soggetti interessati: oltre alla Regione, Vigili del Fuoco, Carabinieri forestali, volontariato di protezione civile, Anci, Uncem, Parchi nazionali ed Enti di gestione per i parchi e la biodiversità.
Il documento recepisce le novità derivanti dal mutato assetto istituzionale in materia di competenze delle Province e dall’assorbimento del Corpo Forestale dello Stato da parte dell’Arma dei Carabinieri.
Ad affiancarlo, un pacchetto da 10 milioni di euro che il Piano di sviluppo rurale mette a disposizione fino al 2020 per prevenire i roghi nelle aree forestali e ripristinare i danni causati ai boschi. Tra questi: azioni per favorire lo sviluppo e la selezione della vegetazione forestale autoctona, diradamenti, taglio di piante o ceppi morte o irrecuperabili, potature, eliminazione di specie infestanti, strutture di protezione dalla fauna; rimboschimenti con specie autoctone.
“A fronte di novità normative importanti, tra le prime Regioni in Italia l’Emilia-Romagna si è dotata di una nuova organizzazione per rispondere in modo sempre più efficace a questo tipo di emergenza- afferma l’assessore regionale alla Difesa del suolo Paola Gazzolo -. Negli ultimi 5 anni abbiamo destinato oltre 4 milioni e mezzo di euro per strutture operative, attrezzature e spese di personale impegnato nell’antincendio boschivo e confermeremo le risorse nel prossimo quinquennio”.
“Le risorse- spiega l’assessore – serviranno per proseguire l’azione che già oggi ha portato la nostra Regione ad avere un coefficiente di aree percorse dal fuoco sul totale dei boschi tra i più bassi a livello nazionale. Si tratta di un impegno fondamentale anche a fronte dei cambiamenti climatici in corso: già lo scorso inverno, a causa della siccità, si erano sviluppati inconsueti incendi in Appennino e ora il rischio è aumentato anche a causa delle temperature molto elevate”.
“Al centro del Piano poniamo la prevenzione, l’efficienza nella gestione dell’emergenza, l’informazione e la sensibilizzazione della popolazione a partire dagli studenti delle scuole”, continua Gazzolo. “Entro 6 mesi approveremo anche il nuovo regolamento forestale che inasprirà il regime delle sanzioni, che vogliamo estendere anche a tutte le azioni capaci di determinare anche solo l’innesco di incendi in ogni momento dell’anno, non solo in quelli dove il rischio è maggiore”.
Come funziona il Piano
Il coordinamento delle attività di antincendio è in capo alla Sala operativa unificata permanente (Soup), attiva dal 1 luglio al 30 settembre dalle 8 alle 20 presso l’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile. A supporto operano le Prefetture e i Comuni. In orario notturno è attivato un servizio di reperibilità H24, la risposta alle chiamate d’emergenza viene garantita dalle sale operative dei Comandi provinciali dei Vigili del Fuoco. Squadre dei Vigili del Fuoco e del volontariato di protezione civile svolgono attività di avvistamento, prevenzione e spegnimento incendi, mentre i Carabinieri attivano pattuglie per attività di prevenzione e repressione.
Nuove competenze sono riconosciute in capo ai Sindaci. A loro il compito di organizzare eventuali e ulteriori attività di sorveglianza e avvistamento degli incendi su base comunale, ordinare l’evacuazione della popolazione e coordinarne le operazioni, fornire ogni supporto alle forze impegnate nello spegnimento e nella successiva bonifica.
L’Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile, insieme a Vigili del Fuoco e Comando Regione Carabinieri Forestale, cura la realizzazione di campagne di sensibilizzazione e informazione per responsabilizzare la cittadinanza, descrivere come si sviluppano gli incendi nei boschi, come evitarli, cosa fare in caso di avvistamento.
I numeri del volontariato
Sono in tutto 1.780 i volontari disponibili per la campagna antincendio boschivo di quest’anno: 196 a Piacenza, 192 a Parma, 92 a Reggio Emilia, 358 a Modena, 135 a Bologna, 81 a Ferrara, 300 a Ravenna, 147 a Forlì-Cesena e 279 a Rimini. A loro disposizione, 58 mezzi di spegnimento messi a disposizione grazie alle convenzioni tra i Coordinamenti provinciali del volontariato di protezione civile e l’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la Protezione civile.
La superficie boschiva in Emilia-Romagna
In Emilia-Romagna la superficie boschiva è cresciuta del 20% negli ultimi trent’anni e oggi copre 611 mila ettari, circa un terzo dell’intero territorio. Le foreste interessano quasi esclusivamente l’alta collina e la montagna, mentre solo il 3% è presente nella fascia territoriale della pianura: una delle priorità del Piano è proprio quella di incrementare i boschi nelle aree pianeggianti perché fungano da polmoni verdi intorno alle città e da corridoi naturali, a cominciare da quelli posti in prossimità dei corsi d’acqua. Il 20% dei boschi regionali è compreso nelle aree protette e il 30% si trova all’interno di aziende agricole.
In particolare, la superficie boscata è pari a quasi 93 mila ettari nel piacentino (36% della superficie provinciale), circa 154 mila ettari nel parmense (45 %), oltre 65 mila nel reggiano (26%), 65 mila nel modenese (24%), 94 mila 470 nel bolognese (26%), 4 mila 800 nel ferrarese (2%), più di 19mila 600 nel ferrarese (11%), circa 98 mila nel forlivese-cesenate e 21 mila 584 nel riminese (25%).
Gli incendi in Emilia-Romagna
Negli ultimi anni la superficie forestale percorsa dal fuoco ha subito variazioni imputabili anche all’andamento climatico piuttosto irregolare. Il picco si è registrato nel 1998, quando sono bruciati 1530 ettari in 213 incendi. Da quando sono partite le rilevazioni, il valore medio si attesta sui 375 ettari all’anno. Nel 2015, ultimo dato ufficiale disponibile, si sono contati 51 roghi che hanno interessato una superficie di 158 ettari.
Il tipo di incendio più comune è quello basso, che tende a bruciare il sottobosco, danneggiando la base dei tronchi e le parti basse della chioma, senza generalmente compromettere la vita degli alberi più sviluppati. In periodi caratterizzati da temperature molto alte e siccità, si accresce il rischio di fuochi con fiamme più alte.
Gli effetti dei roghi sono riscontrabili per parecchio tempo: al danno biologico per la scomparsa di specie vegetali e animali si somma quello legato alle ferite prodotte nelle piante e all’indebolimento complessivo del bosco, rendendolo più esposto ad eventuali danni dovuti da eventi metereologici o malattie.
Le cause degli incendi appaiono imputabili pressoché totalmente all’azione dell’uomo, sia colposa che dolosa.
Il Piano regionale individua una mappa dei punti di approvvigionamento dell’acqua per lo spegnimento dei roghi. Oltre al mare, se ne contano 1.289 da Piacenza a Rimini tra invasi, corsi d’acqua, vasche e piscine: 176 nel piacentino, 13 nel parmense, 171 nel reggiano, 152 nel modenese, 149 nel bolognese, 45 nel forlivese-cesenate, 174 nel riminese, 5 nel ferrarese e 404 nel ravennate.