Ieri, 1 agosto 2017 a Roma, presso il carcere di Rebibbia, i carabinieri della compagnia di Fiorenzuola d’Arda e del Nucleo Investigativo di Piacenza hanno notificato a Cavedo Maurizio, 57 anni, ex sovrintendente della Polizia di Stato, l’ordinanza della misura cautelare in carcere del GIP di Bologna poiché ritenuto responsabile di associazione di tipo mafioso, concorso e cooperazione in reimpiego aggravato dal fine di agevolare un’associazione mafiosa, introduzione abusiva in un sistema informatico aggravata dal fine di agevolare un’associazione mafiosa, rivelazione di segreto d’ufficio continuata, aggravata dal fine di agevolare un’associazione mafiosa.
Lo scorso 28 luglio, in ottemperanza alla convenzione di Strasburgo, è stato estradato in Italia per scontare i restanti 7 di 10 anni di reclusione della condanna venezuelana e ristretto a Rebibbia a seguito dell’arresto in flagranza del 2 dicembre 2014, presso l’aeroporto Maiqueìta di Caracas (Venezuela), eseguito dalla Guardia Nacional Bolivariana de Venezuela, per traffico di stupefacenti, poiché trovato in possesso di 13 chili di “cocaina” posti sotto sequestro.
Durante una perquisizione del 26 maggio 2015, i militari della Compagnia di Fiorenzuola, in Gadesco Pieve Delmona (CR) rinvenivano un laboratorio clandestino, diretto dal professore, biologo, 49enne, Antonio SALERNO, residente a Castelvetro (PC), anch’egli di origini cutresi, traendo in arresto quest’ultimo ed il fratello. All’interno venivano trovati un discreto quantitativo di cocaina oltre a sostanze da taglio (nel laboratorio veniva prodotta lidocaina) e documenti che riconducevano proprio al CAVEDO.