Sono oltre 70 le aziende agricole danneggiate dal violento nubifragio che ha interessato il Piacentino nella serata di sabato 29 luglio. Lo comunica Condifesa Piacenza, all’indomani della forte perturbazione. La grandine e la pioggia troppo intensa hanno colpito duramente le coltivazioni ma anche i tetti delle aziende agricole e le coperture delle serre, in particolare nella zona di Pontenure.
I comuni più interessati dalla forte ondata di maltempo sono: Cadeo, Caorso, Cortemaggiore, Gossolengo, Rivergaro, Piacenza, Podenzano, San Giorgio e San Pietro in Cerro. Anche questa volta, le precipitazioni si sono concentrate su pianura e prima collina. Le zone più sofferenti per la siccità, come l’alta Val Nure e l’alta Val d’Arda, continuano a restare all’asciutto.
Secondo il presidente di Condifesa Gianmaria Sfolcini questa è un’annata molto difficile a causa delle avversità atmosferiche. Le prime difficoltà hanno interessato i cereali colpiti dalle gelate tardive di aprile e dalla siccità. Ora a preoccupare sono le grandinate intense dell’ultimo periodo. Gli uffici di Condifesa sono al lavoro per supportare gli associati e coordinare l’attività dei corpi peritali al fine di conteggiare i danni subiti nei campi, prima della raccolta.
I violenti nubifragi con grandine fanno quindi salire il conto dei danni all’agricoltura già stremata dalla siccità in quest’estate 2017 che conferma la tendenza ai cambiamenti climatici con il rincorrersi di eventi estremi che hanno provocato in Italia danni alla produzione agricola nazionale, alle strutture e alle infrastrutture per un totale pari a più di 14 miliardi di euro in un decennio. Al riguardo la Coldiretti sottolinea che il 2017 si conferma essere l’anno peggiore dell’ultimo decennio, in quanto è stato segnato sia dalla siccità sia da forti piogge a carattere alluvionale. La siccità – precisa la Coldiretti – rappresenta l’evento avverso più rilevante per l’agricoltura italiana in termini di danni economici a carico soprattutto delle produzioni.
Per quanto riguarda la grandine – sostiene la Coldiretti – essa è la più temuta dagli agricoltori in questa fase stagionale perché provoca danni irreparabili alle coltivazioni facendo perdere un intero anno di lavoro nei campi. Siamo di fronte – precisa la Coldiretti – agli effetti dei cambiamenti climatici che si stanno manifestando con pesanti conseguenze sull’agricoltura italiana perché si moltiplicano gli sfasamenti stagionali e gli eventi estremi con precipitazioni brevi, ma intense e il repentino passaggio dal maltempo al sereno. Secondo il presidente di Coldiretti Piacenza Marco Crotti “i cambiamenti climatici impongono una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio”. Servono – conclude la Coldiretti – interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque, campagne di informazione ed educazione sull’uso corretto dell’acqua, un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo, ma anche ricerca e innovazione per lo sviluppo di coltivazioni a basso fabbisogno idrico.